Alife – Nell’omicidio Leggiero emerge una certezza: anche nella tragedia i valori della famiglia sopra ogni altra cosa, nonostante tutto. Può sembrare assurdo ma è proprio così. Il figlio uccide il padre, Giuseppe Leggiero, per difendere la madre, la donna confessa un delitto mai commesso per evitare che il figlio finisca in carcere. Il figlio, Daniele Leggiero, a sua volta confessa il delitto per evitare che la madre, Patrizia Navarra, scontasse una pena da innocente. Ma c’è di più. Infatti non va trascurato il dettaglio dell’omessa denuncia della stessa vittima. Giuseppe Leggiero, infatti, giunto in ospedale con una coltellata che aveva bucato il suo torace da parte a parte, alla domanda del medico che chiede chi ha inferto quel colpo risponde: “non so, non ricordo”.
In quel momento Giuseppe non è un uomo ferito a morte, è solo il padre che tenta disperatamente di coprire il figlio, nonostante lo stesso avesse pochi minuti prima sferrato un colpo fatale al proprio genitore.
Si potrà discutere all’infinito sulle ragioni che hanno portato al delitto, si potrà discutere sui comportamenti dell’imprenditore che frequentemente usava toni aggressivi e violenti contro la consorte. Si potrà discutere su ogni altro aspetto della vicenda ma non si potrà mai mettere in dubbio il senso della famiglia e il forte legame che univa – e probabilmente unisce ancora – quella famiglia colpita da una tragedia troppo grande e dolorosa.
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