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foto di repertorio

CASERTA – Stalking e lesioni continuate ai danni dell’ex moglie, arrestato pregiudicato

CASERTA – Nella mattinata odierna, la Squadra Mobile, unitamente all’Ufficio Prevenzione Generale della Polizia di Stato, di Caserta, ha tratto in arresto il pregiudicato CARBONE Francesco (classe ’73) in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa, in data 7.8.2017, dal Gip del Tribunale di S. Maria Capua Vetere. Il provvedimento è stato adottato nei confroti  del CARBONE perché ritenuto responsabile dei delitti di atti persecutori (c.d. stalking) e lesioni continuate commessi ai danni della ex moglie. Le indagini, dirette dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, erano originate dalla denuncia della vittima, la quale ha ricostruito le numerose condotte delittuose poste in essere dal CARBONE durante la loro vita matrimoniale (dal 2007 al 2012, anno in cui veniva pronunciata sentenza di separazione), azioni protratte anche successivamente, nonostante il CARBONE fosse già stato condannato dal Tribunale di S.M.C. Vetere – per gli stessi reati per cui è attualmente indagato – con sentenza del 22.9.2014 (decisione irrevocabile dal 9.3.2015). Quotidianamente, in maniera reiterata, il CARBONE perseguitava la donna, telefonandole di continuo, inviandole numerosi messaggi, insultandola, giungendo anche a minacciarla esplicitamente di morte. L’ultima condotta molesta risale all’ 8 luglio u.s. quando la vittima, sopraggiunta a casa dei suoceri, veniva improvvisamente aggredita con pugni al volto dal CARBONE, che in quella circostanza percuoteva anche il suo stesso figlio minore che aveva cercato di difendere la madre. La pluralità delle azioni e l’allarmante escalation violenta delle condotte dell’indagato, denotanti l’assenza di freni inibitori, hanno reso evidente ilconcreto pericolo che l’arrestato non soltanto perseverasse nella persecuzione, ma che potesse aggravare progressivamente le condotte aggressive, come peraltro preannunciato dallo stesso nelle continue minacce rivolte alla donna. Tali innegabili evidenze hanno portato  all’applicazione  della misura cautelare più afflittiva, unico presidio tutorio per prevenire ulteriori azioni violente.

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