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Alfonso Santagata e Salvatore Cirioli

ALIFE – Comune, Liberi Alifani a Cirioli: leggero e superficiale. Hai tradito il popolo: vattene

ALIFE – La gestione della cosa pubblica, soprattutto attraverso gli atti di giunta sta avvenendo, sin dai primi giorni, con superficialità e leggerezza. Un sindaco che non prende atto che non è più in grado di governare il paese perché non può più contare sulla maggioranza dei consiglieri deve dimettersi. Se non lo fa lui e i suoi fedelissimi hanno tradito il popolo. Questo, in sostanza, il concetto espresso dai quattro consiglieri del gruppo “Liberi Alifani” in un lungo manifesto affisso per le vie della città.

Il documento:
Quale messaggio hanno ricevuto i cittadini di ALIFE dopo l’ultimo discorso del Sindaco Salvatore CIRIOLI? Cioè da colui che circa un anno fa venne eletto SINDACO di ALIFE a capo della Lista UNITI per ALIFE? Che cosa rimane dei buoni propositi sbandierati durante tutta la campagna elettorale come LEGALITA’, ONESTA’, TRASPARENZA e RISANAMENTO?
Essenzialmente una cosa sola che vuole rimanere al suo posto. Non importa molto in quale, anzi in ogni modo: ribadendo il suo diritto a governare anche se ormai non ha più la maggioranza, facendosi acclamare dai suoi pochi fans e cercando sponde nell’opposizione.
Se, a distanza di poco più di un anno da quel fatidico giorno in cui i cittadini di ALIFE decisero di rinnovare l’amministrazione, andiamo ad analizzare cosa rimane di quei buoni propositi, ci rendiamo conto che NULLA RIMANE, sembra che il vento abbia spazzato tutto via in un sol istante.
La LEGALITA’ è stata la prima ad essere sacrificata alla dea ATE. Difatti dal primo momento la Giunta comunale ha iniziato a gestire la cosa pubblica con molta leggerezza e superficialità, toccando il culmine sia quando con la “presa d’atto” di una pseudo variante al regolamento edilizio, vera e propria variante al PRG, ha sanato un illecito urbanistico che ha lasciato tutti perplessi sulla sua liceità e sia quando in cinque componenti su tredici il Consiglio comunale, approvava in “seconda convocazione” il DISSESTO FINANZIARIO.
Per l’ONESTA’, nulla quaestio, se ci riferiamo a quella riferita all’integrità personale. Se poi passiamo all’onestà intellettuale ci rendiamo conto che l’ha tradita il momento dopo la sua elezione rinnegando chi lo ha sostenuto ed affidandosi ai cattivi propositi di un gruppo di “guastatori e voltagabbana” che in questo paese è sempre pronto a saltare sul carro dei vincitori per creare scompigli e disastri. Egli inoltre ha rinnegato anche la volontà popolare che lo ha eletto proprio contro tutto quello che ora sta cercando di accattivarsi per restare ben saldo alla poltrona.
La TRASPARENZA è il modo di consentire la conoscenza reale dell’attività amministrativa e di effettuare il controllo della stessa. Essa si attua con la pubblicizzazione delle scelte, sia al proprio interno che poi ai cittadini almeno di quelle più importanti come quella sul DISSESTO FINANZIARIO. Ed anche qui non ci sembra che per una scelta così gravosa per i cittadini, avvenuta in “camera caritatis”, il SINDACO abbia fornito le giuste e dovute informazioni, che ora con dichiarazioni ad intermittenza sta tentando di giustificare.
Il RISANAMENTO. Erano note a tutti le gravi condizioni economiche e finanziarie in cui versava il Nostro Comune. Si sapeva e si era detto e ridetto durante tutta la campagna elettorale. Sin da subito ci si sarebbe dovuti adoperare per risanare il Nostro Comune. Invece il Sindaco, dopo aver approvato a Novembre 2016 il Bilancio Consolidato, nel mese di Marzo, c.a., si inventa la sceneggiata del DISSESTO FINANZIARIO. Come Ponzio Pilato, il Sindaco, se ne lava le mani, abdicando a quello che sicuramente era l’impegno più importante del mandato elettorale. Il Responsabile Finanziario, in modo del tutto irrituale, invece di informare la Giunta e per essa investire il CONSIGLIO COMUNALE su tale grave decisione, invia la sua relazione alle procure della Corte dei Conti, della Repubblica, ecc. ecc.
La decisione del DISSESTO FINANZIARIO è una scelta politica, prima che contabile, che deve passare in CONSIGLIO COMUNALE e non essere “imposta” da un chicchessia così come paradossalmente è avvenuto ad ALIFE. Una decisione che graverà per anni sui soliti noti, cioè su quelli che già pagano le tasse, doveva essere verificata, discussa e condivisa e non “imposta” da una sparuta minoranza.
Dopo tutto ciò, l’altra sera, ha avuto ancora il coraggio di chiedere di voler restare al suo posto! Se avesse avuto un minimo di onestà intellettuale avrebbe dovuto pubblicamente riconoscere che ha disatteso tutti i propositi del mandato elettorale e che non avendo più la maggioranza avrebbe dovuto rassegnare le DIMISSIONI.
In DEMOCRAZIA il consenso viene dato dai cittadini su un preciso mandato e non per acclamazione. Il POPOLO di ALIFE ti ha votato per un MANDATO ELETTORALE ben preciso che tu e i tuoi assessori avete ormai TRADITO.

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