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ALIFE – Comune, Cirioli mostra tutti i suoi limiti politici. E così l’ultimo comizio diventa la sua definitiva condanna

ALIFE – Se ci fossero state possibilità di dialogo, se ci fossero state, ancora, possibilità di ricucire lo strappo con i quattro consiglieri dissidenti, sono state azzerate con l’ultimo comizio del sindaco Salvatore Cirioli. Probabilmente pensava di intimidire i quattro dissidenti, invece, ha prodotto l’effetto contrario. Una situazione ormai senza via di uscita che porterà, sicuramente, in un modo o nell’altro, alla fine di questa “tragica” e a tratti “divertente” (per il paese di Alife) esperienza amministrativa. Potrebbero avvenire le dimissioni di tutti i consiglieri di opposizione oppure le dimissioni dello stesso sindaco. E questa “resa” appare quella più onorevole. In ogni caso il destino appare segnato.

Il gruppo di Vitelli ago della bilancia:
L’unica risorsa, l’unica via di uscita per Cirioli sarebbe quella di andare in “pellegrinaggio” da Vitelli e dal suo gruppo, chiedendo sostegno per il resto della consiliatura. Chiaramente con la predisposizione di dovere pagare, politicamente, un prezzo altissimo. Una ipotesi che appare, al momento, difficilmente attuabile. Anche in considerazioni delle pesanti accuse rivolte contro Vitelli, dallo stesso i Cirioli, nella campagna elettorale.

La storia politica:
In realtà la lista guidata da Salvatore Cirioli nasce improvvisamente, poche ore prima della presentazione delle liste. E nasce per l’incapacità altrui di comporre un propria formazione per le elezioni che vedevano, a quel punto, la lista di Roberto Vitelli, unica formazione pronta alla sfida. Così gli avversari storici di Vitelli nel disperato tentativo di arginare l’avanzata dell’ex sindaco (lontano dalla scena politica da circa sette anni) individuano in Cirioli l’uomo giusto.  Salvatore Cirioli viene praticamente condotto in municipio sul “calesse”. Conduce una campagna elettorale demonizzando Vitelli, su numeri, dati e documenti sbagliati. E’ lui stesso, qualche mese dopo la vittoria, in consiglio comunale, a chiedere scusa a Vitelli perché lo aveva giudicato su numeri sbagliati.
Una volta eletto Cirioli incomincia a picconare la sua stessa maggioranza, cioè gli uomini provenienti dal gruppo dell’ex sindaco Giuseppe Avecone. Gli stessi che erano stati determinanti per la vittoria elettorale.

Il cerchio magico:
Il sindaco si fida solo del suo strettissimo cerchio magico composto  da pochi intimi fra i quali spicca Gianfranco Di Caprio che, di fatto, diventa la vera mente dell’amministrazione. Il cerchio magico di consiglieri è rafforzato dall’arrivo in municipio di alcuni consulenti esterni, pagati profumatamente, e a volte anche in anticipo. Proprio loro non hanno dubbi: ci vuole il dissesto finanziario. Cirioli ubbidisce e crea la spaccatura con il resto del gruppo. Una frattura che Cirioli mostra subito di non saper gestire riuscendo in ogni sua azione ad ampliare, anziché arginare

La spaccatura:
La frattura, in realtà, nasce prima del dissesto perché – evidenziano i dissidenti – perché non sono mai stati messi nelle condizioni di operare, di esercitare le proprie deleghe. In poco tempo perde l’appoggio  di quattro consiglieri della sua stessa maggioranza  ma anche di altri tanti sostenitori esterni, i cosiddetti grandi elettori che avevano contribuito al successo elettorale di Cirioli

Il documento dei dissidenti (“Liberi Alifani”):
 “I sottoscritti consiglieri comunali, Alfonso Santagata, Angelo Giammatteo, Rosa Di Lauro e Maria Meola (unitamente ad altri amici e collaboratori) – si legge nella nota appena protocollata all’ente alifano – hanno contribuito alla costituzione della lista “Uniti per Alife”   in occasione delle ultime elezioni amministrative; il programma che ha unito ideologie e realtà eterogenee è stato individuato in tre pilastri: TRASPARENZA E LEGALITA’, PARTECIPAZIONE e LOTTA AGLI SPRECHI “. Purtroppo, subito dopo la proclamazione del risultato elettorale, la promessa pubblica (più volte ribadita nei comizi elettorali dal PRIMO CITTADINO) è stata completamente disattesa. Con la nomina dell’esecutivo è nato un “DIRETTORIO” che, contrariamente a quanto promesso sui palchi, ha imposto il proprio programma, finalizzato alla costituzione di un “GIGLIO MAGICO” (vertici burocrati e consulenti di propria fiducia, senza badare a spese). L’Esecutivo, dimenticando il programma elettorale e le norme elementari di un buon padre di famiglia, ha iniziato a spendere (con feste, nomine di professionisti e spese allegre) senza preoccuparsi se nella cassa comunale affluivano le entrate dovute; inoltre, ha avviato, pure, un piano di esternalizzazione di servizi trascurando completamente il coinvolgimento dei consiglieri comunali. Alla scadenza dei termini di approvazione del Bilancio 2017, il Direttorio ha deciso per l’approvazione del Dissesto Finanziario, senza un chiaro confronto con i componenti del gruppo consiliare e un’esauriente analisi per le ricadute sulla popolazione. Appare opportuno rammentare che, in sede di riequilibrio di Bilancio e in occasione dell’Assestamento Generale, non sono stati evidenziati segnali di squilibri finanziari; inoltre, nel 2017 si continua a spendere, in assenza del Bilancio, impegnando spese eccedenti i dodicesimi dell’esercizio precedente. I sottoscritti ritengono che questo modo di amministrare non sia condivisibile; difatti, la lista “Uniti per Alife” è nata per riappacificare la popolazione, dialogare e, insieme, trovare i rimedi per il miglioramento della nostra Città. Poichè l’arroganza del Direttorio si discosta dalla nostra cultura, gli sciventi si dissociano dal gruppo consiliare “Uniti per Alife”, costituendosi in gruppo consiliare autonomo denominato “LIBERI ALIFANI”, desigando – conclude il documento – quale capogruppo il dott. Alfonso Santagata, inoltre rimettiamo nelle mani del sindaco le nostre deleghe per meglio consentirgli la risoluzione della crisi in atto”.           

 

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