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ALIFE / PIEDIMONTE MATESE – Appalti truccati, il riesame conferma gli arresti per Pepe. Libero Venditti

ALIFE / PIEDIMONTE  MATESE – Appalti truccati, il giudice del tribunale del riesame hanno deciso in merito alle posizioni di Fabrizio Pepe e Gabriele Venditti. L’ex presidente della comunità montana,  Fabrizio Pepe, resta agli arresti domiciliari. Libero, invece, l’ex assessore del comune di Alife, Gabriele Venditti.  Pepe è stato coinvolto quale arrestati il direttore amministrativo del Sannio Alifano, Fabrizio Pepe, l’ex presidente della Comunità Montana del Matese ed ex assessore del municipio del capoluogo matesino è accusato di aver manipolato una gara d’appalto, al Sannio Alifano, con l’imprenditore Bretto. La direzione distrettuale antimafia e la Guardia di Finanza ha eseguito, nei giorni scorsi, 69  ordinanze di misura cautelare a carico di imprenditori ed amministratori – in carica o ex – accusati di corruzione, turbativa d’asta e concorso esterno in associazione mafiosa. Il clan cui avrebbero fatto riferimento è la cosca degli Zagaria, del cartello dei casalesi. L’inchiesta è condotta dai Pm Catello Maresca, Maurizio Giordano, Luigi Landolfi , Gloria Sanseverino e D’alessio, con il coordinamento del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli. Numerosi gli appalti nel mirino degli inquirenti. Coinvolto anche l’ex assessore e ora consigliere regionale Pasquale Sommese, ex demitiano di ferro. Tra i coinvolti anche l’ex sindaco di Pompei, Claudio D’alessio. In particolare, al centro dell’indagine, è finito il ” vasto giro di corruzione” che sarebbe stato organizzato da Guglielmo La Regina, il professionista giá coinvolto lo scorso anno nello scandalo sulla ricostruzione di Palazzo Teti Maffuccini. La Regina, legale rappresentante dell’Archicons s.r.l., con altri due imprenditori dell’area di Casal di Principe, e insieme con Alessandro Zagaria, ritenuto un referente un soggetto che ricorreva come intermediario in tante stazioni appaltanti, nonché personaggio vicino al clan dei casalesi, (gruppo dell’omonimo padrino Zagaria), è ritenuto l’uomo che aveva rapporti con funzionari e politici e che veicolava accordi e dazioni corruttive. In poche parole, per gli investigatori era lui l’artefice del “sistema”.

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