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ALIFE / PIEDIMONTE MATESE – Appalti truccati, Pepe e Venditti nelle mani del riesame

ALIFE / PIEDIMONTE  MATESE – Appalti truccati, domani davanti al giudice del riesame ci saranno l’ex presidente della comunità montana,  Fabrizio Pepe e l’ex assessore del comune di Alife, Gabriele Venditti. Assistiti dall’avvocato Giuseppe Stellato tenteranno di ottenere dal tribunale della libertà di Napoli, la scarcerazione o, in alternativa, una misura restrittiva meno pesante rispetto agli arresti domiciliari ai quali sono da alcune settimane.  Pepe è stato coinvolto quale arrestati il direttore amministrativo del Sannio Alifano, Fabrizio Pepe, l’ex presidente della Comunità Montana del Matese ed ex assessore del municipio del capoluogo matesino è accusato di aver manipolato una gara d’appalto, al Sannio Alifano, con l’imprenditore Bretto.  Arresti anche per l’ex sindaco di Alife  Giuseppe Avecone e per l’ex assessore Gabriele Venditti. La direzione distrettuale antimafia e la Guardia di Finanza stanno eseguendo infatti 69  ordinanze di misura cautelare a carico di imprenditori ed amministratori – in carica o ex – accusati di corruzione, turbativa d’asta e concorso esterno in associazione mafiosa. Il clan cui avrebbero fatto riferimento è la cosca degli Zagaria, del cartello dei casalesi. L’inchiesta è condotta dai Pm Catello Maresca, Maurizio Giordano, Luigi Landolfi , Gloria Sanseverino e D’alessio, con il coordinamento del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli. Numerosi gli appalti nel mirino degli inquirenti. Coinvolto anche l’ex assessore e ora consigliere regionale Pasquale Sommese, ex demitiano di ferro. Tra i coinvolti anche l’ex sindaco di Pompei, Claudio D’alessio. In particolare, al centro dell’indagine, è finito il ” vasto giro di corruzione” che sarebbe stato organizzato da Guglielmo La Regina, il professionista giá coinvolto lo scorso anno nello scandalo sulla ricostruzione di Palazzo Teti Maffuccini (costato una indagine a carico dell’ex presidente regionale  Pd Stefano Graziano poi completamente prosciolto). La Regina, legale rappresentante dell’Archicons s.r.l., con altri due imprenditori dell’area di Casal di Principe, e insieme con Alessandro Zagaria, ritenuto un referente un soggetto che ricorreva come intermediario in tante stazioni appaltanti, nonché personaggio vicino al clan dei casalesi, (gruppo dell’omonimo padrino Zagaria), è ritenuto l’uomo che aveva rapporti con funzionari e politici e che veicolava accordi e dazioni corruttive. In poche parole, per gli investigatori era lui l’artefice del “sistema”.

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