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SPARANISE – “MALE CAPITALE”: CATELLO MARESCA AL FOSCOLO PER PRESENTARE IL SUO LIBRO

SPARANISE – Giovedì 9 marzo prossimo, alle ore 17, presso la sede del Foscolo in via Calvi a Sparanise, si terrà la presentazione del libro “MaleCapitale, La misera ricchezza del Clan dei Casalesi” di Catello Maresca, Magistrato presso la DDA di Napoli. All’incontro, al quale sono invitati tutti gli alunni, accompagnati dai propri docenti, parteciperanno anche il Sindaco di Sparanise Salvatore Martiello, il preside del Foscolo Paolo Mesolella, la dott.ssa Lucia Ranucci, il giornalista Salvatore Minieri, il prof. Gianni Cerchia dell’Università del Molise ed il giornalista Nico Pirozzi. Catello Maresca, si sa, è un magistrato che da anni lotta contro la camorra rimettendoci la propria sicurezza. Nell’aprile di due anni fa Giuseppe Setola, ‘o Cecato, il killer più spietato dei Casalesi, mentre si trovava nell’aula-bunker di Santa Maria Capua Vetere gli disse “Teniamo tutti famiglia: dottore Maresca, voi dovete lasciare stare la famiglia mia!”. A Ferragosto hanno rubato nella sua abitazione. Il clan dei Casalesi lo vorrebbe morto. E lui con caparbietà, intuito e furbizia investigativa è riuscito a stanare padrini del calibro di Michele Zagaria e Antonio Iovine, da decenni latitanti. Pochi mesi fa, in carcere, gli inquirenti hannoregistrato questo colloquio tra un detenuto (il vivandiere di Zagaria), e un suo parente: “Può essere che nel frattempo che faccio l’appello muore Maresca. Voglio vedere cosa succede. ”. Nel libro il clan dei Casalesi diventa “il clan dei Caponesi”. Il suo fondatoreAntonio Bardellino, “Antonio P., il boss Francesco Schiavone detto Sandokan, Francesco “Liberone”. Michele Zagaria è “Bagaria”. La città di Marcianise è “Puccianise”. Casapesenna è “Casapennata”. Nomi falsi, volutamente distorti, per dissacrare la camorra casertana. Nomi falsi che però descrivono fatti veri che hanno riempito la cronaca giudiziaria. Notizie che danno voce alla forza delle imaginiscattate da Nicola Baldieri nelle ville sottratte ai boss, nei bunker, nelle terre devastate dall’inquinamento prodotto dallo smaltimento dei rifiuti. In ‘Male Capitale’ Catello Maresca, Pubblico Ministero della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli indaga da dieci anni il clan dei Casalesi e ne conosce bene le dinamiche e le sue collusioni con la politica e l’imprenditoria. Quattro fa Maresca ha descritto con minuzia di particolari le fasi investigative della cattura di Zagaria. Stavolta il magistrato si lancia in un racconto che vuole rendere avvincente i fatti al figlio di 12 anni, rispondendo alle curiosità sul lavoro del padre e sui rischi che comporta. Maresca mostra la mafia campana fondata su una grandezza pronta a crollare davanti all’avanzare delle indagini, agli arresti, ai sequestri patrimoniali. Lo Stato si riprende le armi, i soldi e le sue ville. Stana i boss dai rifugi e dai bunker ipertecnologici. Purtroppo restano aziende che non si riesce a far ripartire, immobili devastati per vendetta, campagne agricole rese improduttive dai roghi tossici e dai rifiuti abbandonati. Il “Male Capitale”, quindi, frutto della violenza che produce povertà e sopraffazione, va letto in antitesi al “bene capitale” della teoria economica, quel bene che produce altro bene, altra ricchezza. Maresca parla anche della gestione dei beni confiscati ai clan. “La legge sui beni confiscati per lui, non funziona”. Almeno, non funziona sempre, se lo steso Catello Maresca nel libro passa in rassegna le ville dei boss rimesse a nuovo e affidate a cooperative sociali che ne hanno ricavato ristoranti, centri antiviolenza sulle donne e luoghi di risocializzazione. La dottoressa Teresa Mallocca che raffigura lo stesso Catello Marsca, ne e” soddisfatta.

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un commento

  1. Del Vecchio Lucio

    Lo Stato non c’è. E se c’è non vede non sente non agisce perchè complice.