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CASERTA – Ripartire con la cultura, ma la Campania è fanalino di coda

CASERTA – Nellambito della edizione degli stati Generali della cultura di Roma è emerso ancora una volta un dato sconfortante in merito all’uso dell’art Bonus a livello nazionale. Come riferisce D. Carbone su Il Mattino “siamo in presenza di una voragine economica e culturale che divide Nord e Sud”. Finora, infatti, il beneficio fiscale del 65% sulle donazioni in denaro a  sostegno del patrimonio culturale pubblico al Sud utilizza appena l’1,6% dei contributi volontari. Nient’altro che briciole se messe al confronto con il poderoso 83,3% del Nord e lo scarso, ma meno allarmante 15,3% del Centro.  In questo scenario la Campania risulta tra le regioni più arretrate, per non parlare della provincia di Caserta dove siamo ancora all’anno zero. Qui sembra che ancora nessuno si sia accorto della opportunità che è stata messa in campo con misure innovative da parte del Governo e del Mibact. Come al solito dormono sia gli enti e le istituzioni (titolari dei progetti), per non parlare delle imprese, che dovrebbero essere i “novelli mecenati”. Non a caso qualche mese fu un flop l’unico evento dedicato a questo tema, organizzato dal direttore della Reggia con la Camera di Commercio. Secondo noi il problema non sta solo nel fatto che siamo ancora fermi al palo: quello che deprime è la assoluta carenza di attenzione ed il vuoto di progettualità e di iniziative su questa materia. Come al solito si abbinano incompetenze gestionali e manageriali con scarsa cura e informazione a partire dai sindaci e dagli amministratori degli enti locali e pubblici, gestori dei beni culturali. Per fare fronte a questa situazione scoraggiante, come rete delle Piazze del Sapere abbiamo inviato una lettera aperta al nuovo presidente di Confindustria Caserta con l’auspicio che si possa aprire un tavolo di confronto e di approfondimento anche in Terra di Lavoro. Per noi “ripartire con la cultura” non è solo uno slogan, ma può avviare un nuovo percorso per segnare una  fase di riscatto e di rinascita sociale e civile, di rinnovata gestione partecipata e condivisa dei beni comuni, a partire dal “patrimonio culturale”, per costruire una vera Costituente fondata su cooperazione e partenariato tra le forze sane e produttive del territorio (in primo luogo i giovani talenti). Se l’ing. G. Traettino è disponibile, è giunto il momento di dare un segnale concreto per accogliere questa sfida. (Pasquale Iorio)

 

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