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SANT’ANGELO D’ALIFE – Estorsione a negoziante, condannati a 2 anni e 4 mesi a testa

 

SANT’ANGELO D’ALIFE. Mano pesante del giudice del tribunale monocratico di Carinola nei confronti del
41enne Tommaso Scorpio di Pietravairano e del suo complice, il 35enne Antonio
Ricciuti di Piedimonte Matese. Entrambi gli uomini sono stati, infatti, condannati
a due anni e quattro mesi di carcere a testa.  La sentenza è arrivata nella tarda mattinata dell’altro
ieri. Regge senza far pieghe l’impianto accusatorio mosso dalla Procura della
Repubblica sammaritana. Contestualmente, stravince nettamente la linea
dell’avvocato di parte civile, Fabrizio Zarone. Scorpio e Ricciuti avevano
tentato di estorcere mille euro a Raffaella C., negoziante di Caianello e
residente a Sant’Angelo d’Alife. I due uomini, qualche mese fa, venivano sorpresi
e arrestati dai carabinieri della stazione di Vairano Scalo, competente per
territorio. A loro, il giudice concedeva poi il beneficio degli arresti domiciliari.
Il blitz dei militari dell’arma, coordinati dal maresciallo Lucio Campanile e dal
capitano De Risi della compagnia di Capua,
era scattato quando ormai il cerchio si era stretto intorno ai due, già
noti per vicende diverse all’autorità giudiziaria. Secondo una prima
ricostruzione dei fatti, i due, già da qualche tempo, pressavano la loro
vittima nel tentativo di convincerla a sborsare una somma – circa mille euro – al
fine di recuperare alcuni fucili precedentemente rubati proprio nella casa
della donna, a Sant’Angelo D’Alife. La vittima gestisce a Caianello un’attività
commerciale. Proprio qui, più volte, i due si erano recati per parlare con la stessa
signora. La presenza dei due pregiudicati nei pressi del negozio non era, però,
sfuggita ai militari della Benemerita che avevano subito avviato l’indagine e
capito lo scopo di quelle visite inopportune. In poco tempo, il cerchio intorno
ai due si era chiuso fino all’arresto. Scorpio e Ricciuti, che hanno affrontato
il processo da uomini liberi, sono stati ora condannati ad una pena piuttosto
severa. Il collegio difensivo era composto, tra gli altri, dagli avvocati
Giovanni Di Caprio e Crescenzo Di Tommaso. Francesco Mantovani

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