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Teano- Chiusura della Porta Santa, il vescovo non la chiude: La Misericordia rimane spalancata per aprire alla speranza

Teano (di Nicolina Moretta) – La Cattedrale di Teano è stracolma di fedeli, ma non vi è stata alcuna funzione di chiusura della Porta Santa e Monsignor Arturo Aiello ne spiega il perché prima della celebrazione eucaristica. “ Siamo riuniti per dire grazie, non per concludere, non ho voluto porre il gesto di chiudere la Porta Santa perché la Misericordia rimane spalancata per aprire una speranza, anche nella notte più buia”.  Nell’omelia precisa meglio il suo gesto o meglio sarebbe dire: il significato del suo non gesto. Così inizia a dire:” Un anno di giubileo non è passato invano. Volutamente non ho voluto chiudere la Porta Santa, non volevo che vi passasse per la mente: la Misericordia ci ha abbandonati. Se pensate: ecco è finita la Misericordia. Certo è finito l’anno giubilare, ma se finisse la Misericordia, saremmo finiti tutti. Vi ricordo quel 13 Dicembre, dell’anno scorso. Da allora sono passati attraverso la Porta Santa: giovani, gruppi di Foranie, associazioni. Ora siamo qui per dire che questa Misericordia è l’anima della nostra vita, è l’immagine di Gesù con le braccia spalancate che ci accoglie. Quanto abbiamo celebrato non passi, che ne celebriamo la memoria, che diventi una pista di lancio, perché ogni giorno possiamo ripartire da capo nella fede. Non rassegniamoci al male e alla mediocrità. Non ‘ormai’ ma ‘nonostante’. Non rassegniamoci  a dire ‘ormai’ invece dobbiamo dire ‘nonostante’ i miei errori, ce la posso fare. D’altra parte la vita della chiesa cos’è se non Misericordia?” Così parla di rinascita nei suoi molteplici aspetti, anche per le genti del Centro Italia che hanno subito i terremoti , e continua a dire:” Attraverso la tensione al bene si può cambiare il mondo”. E aggiunge:” Conta il fine non la fine”.  E conclude chiedendo ai fedeli con un sorriso:” Ma voi piantate ancora fiori?” – Come a dire: ma voi coltivate ancora il bello? – E continua:” Forse ci salveremo per qualche fiore, per qualche albero piantato, per una buona azione. L’amore si chiama Misericordia e quando avremo finito i nostri giorni la Misericordia si chiamerà Amore”. Così ha concluso Monsignor Aiello e dopo la comunione alla quale i fedeli sono accorsi copiosi e alla fine della celebrazione eucaristica, lasciando la Cattedrale, mentre le campane suonano a festa, si ha una sensazione di serenità e di pace, come se la Misericordia la si fosse incontrata davvero o perlomeno si sono ascoltate le sue parole.
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