NAPOLI / CASERTA – Rifiuti, lo smaltimento è paralizzato: mancano impianti idonei. E c’è il rischio paralisi. Lo scorso 30 maggio il presidente della giunta regionale della Campania, Vincenzo De Luca, inaugurò il primo cantiere aperto per la rimozione delle ecoballe. A tre mesi e mezzo da quella cerimonia, però, il bilancio della operazione di trasferimento in Italia ed all’estero è tutt’altro che entusiasmante. Su 476.764 tonnellate di rifiuti, circa 4.500. Si procede, quindi, a piccoli passi per smaltire l’arretrato ma nulla si fa per evitare che in futuro si esporti altro rifiuto. In Campania, infatti, e in provincia di Caserta in particolare non sono mai stati realizzati i necessari impianti per smaltire i rifiuti differenziati e trattarli nel modo corretto. Sicuramente il trasporto fuori regione e la gestione straordinaria della dei rifiuti, ha prodotto grossi profitti ai soliti noti, a discapito dell’ambiente e delle tasche dei cittadini. Poi ci sono le responsabilità delle amministrazioni e dei territori locali , che hanno rallentato e in molti casi bloccato la realizzazione dei necessari impianti per ottimizzare il ciclo dei rifiuti, contribuendo consapevolmente o meno ad alimentare una gestione poco tutt’altro che virtuosa. Un problema mai risolto che costa alla regione Campania tantissimo, tanto che sta sborsando oltre 120 mila euro al giorno, a partire dallo scorso luglio, per una sanzione imposta dalla Comunità Europea. Dopo le ultime vicende giudiziarie, quelle che hanno scosso in particolar modo l’Alto Casertano e il Matese, l’emergenza gestione rifiuti in provincia di Casera è di nuovo incombente.