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VAIRANO PATENORA – TUTTOSPORT, IL COMUNE ORDINA LA CHIUSURA. MA IL TAR BLOCCA TUTTO

VAIRANO PATENORA – Il comune di Vairano Patenora ordina la chiusura dell’attività commerciale Tuttosport; attività operante da decenni e notissima in tutta l’area dell’Alto Casertano.  Una ordinanza che sembra “premiare” le apsettative dei proprietari dell’immobile, la Mel.Rus. srl di Cardito (NA), che da anni hanno intrapreso una battaglia contro la famiglia Rocco, titolare di Tuttosport. Il Tar di Napoli, però ha bocciato le scelte del comune, annullando gli atti emessi dai dirigenti della casa municipale vairanese e fissando per il prossimo settembre l’udienza nel merito. Per capiure l’intera vicenda va ricordato che la ricorrente Tuttosport s.r.l. gestisce un’attività commerciale di vendita di articoli sportivi sin dal 26 gennaio 2006 allorché l’attuale gestore e legale rappresentante della società è subentrato alla genitrice che gestiva i medesimi locali, ma ad uso BAR, sin dal 1° agosto 1976.
A seguito dell’acquisto da parte della Mel.Rus. s.r.l. – secondo i ricorrenti – dei locali in cui è ubicata l’attività commerciale, è iniziata da parte del Comune di Vairano Patenora e, segnatamente, del dirigente del Settore commercio, Gaetano Di Nocera, e della responsabile Suap, Giuseppina Ponte, una serie di inconsuete indagini iniziate sull’attività che la ricorrente esercita da ormai oltre 10 anni; indagini avviate con la nota prot. 1461 dell’11 febbraio 2016 (doc. 9) con la quale gli anzidetti funzionari, sulla base di una verifica a campione delle attività commerciali (?!?) richiedevano alla Tuttosport copia del contratto di locazione debitamente registrato, dimenticando la comunicazione di subingresso con allegato contratto inviatagli sin dal 26 gennaio 2006 e sulla quale la P.A. nulla aveva rilevato.   Ed ancora, il 22/6/2016 sempre i suddetti funzionari notificavano alla ricorrente una prima revoca di autorizzazione all’esercizio dell’attività commerciale prot. n. 6357 (doc. 11), assumendo che in data 13/6/2016 prot. 5899 il responsabile dell’u.t.c. rilevava che il locale dove è ubicata l’attività commerciale in questione era sprovvisto di agibilità.  L’evidente incompetenza e lo straripamento di potere in cui erano incorsi i due funzionari pubblici Di Nocera e Ponte facevano sì che, con successivo provvedimento n. 6694 del 30/6/2016 (doc. 12), i medesimi sospendessero la prima revoca di autorizzazione e in questo stesso provvedimento di sospensione la P.A. comunicava alla ricorrente di riavviare il procedimento inteso ad una seconda revoca dell’autorizzazione e chiusura dell’attività che è, poi, regolarmente intervenuta con il provvedimento notificato il 26 luglio u.s.. Trattasi – si legge nel ricorso presentato dai titolari di Tuttosport, attraverso l’avvocato Raffaele Moreno – in tutta evidenza di un’azione amministrativa illegittima ed abnorme e, per di più, carente del perseguimento dell’interesse pubblico cui dovrebbe sempre essere sotteso qualsivolgia provvedimento amministrativo, mentre, nella specie, non vi è chi non vede che si è al cospetto di una vera e propria attività persecutoria che esula da qualsiasi fondamento di legalità ed esercizio del potere secondo i canoni fissati dalla legge.  Una tesi alla quale i giudici del Tar di Napoli, per ora, hanno creduto sospendendo gli atti del comune e quindi “riabilitando” Tuttosport che potrà essere nuovamente operativa.  Il prossimo 27 settembre i giudici entreranno nel merito della vicenda per pronunciare sentenza definitiva. E c’è, per il comune, il rischio di dover sborsare un consistente risarcimento danni, ma tanto pagano i cittadini.

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