Ultim'ora

SAN MARCELLINO – Omicidio e armi, nuova ordinanza per tre affiliati dei Casalesi

SAN MARCELLINO – Nelle prime  ore della mattinata di oggi,  nell’ambito di un’indagine  coordinata dai magistrati della Procura  della  Repubblica di Napoli  – Direzione  Distrettuale  Antimafia, i Carabinieri del  Nucleo Investigativo   di  Caserta,   nelle   province  di   Milano   e  Benevento, hanno   dato   esecuzione  ad un’ ordinanza  di custodia   cautelare in carcere,  emessa  dal  GIP presso  il Tribunale di  Napoli,  nei confronti di 3 indagati   ritenuti   responsabili, a vario  titolo,  di concorso in omicidio, detenzione  e porto  illegale  di arma  da fuoco aggravati dal metodo  e finalita  mafiose. L’indagine, avviata  nell’anno 2015, a seguito  delle dichiarazioni di alcuni  collaboratori di giustizia, tra i quali  Iovine Antonio, ha consentito, attraverso una  laboriosa attività  di riscontro, di far luce su  di un  efferato  omicidio in  danno  del  pregiudicato  Bamundo Antonio   (nato  a Giugliano in Campania  il  20.08.1955), avvenuto  in  San  Marcellino, in  data   11  maggio   2000,  affiliato all’organizzazione  camorristica denominata  dei Casalesi, operante  in  provincia  di  Caserta   ed  in tutto  il territorio nazionale. II Gip ha  concordato  con  la  tesi  investigativa,  fondata   sulle  informazioni probatorie  acquisite, secondo   la   quale   l’evento  delittuoso  veniva   deciso   dagli   dementi    di   spicco   della   fazione Zagaria, vale  a dire  da  Zagaria Michele  d.  ’58  e Martinelli Enrico, d.  ’64. Le indagini hanno   consentito di  accertare che,  all’ epoca  dei  fatti,  Zagaria Michele  era  in  contrasto  con Zagaria Vincenzo, d.  ’57, e con  il gruppo   facente  capo  a quest’  ultimo.  Tra i componenti  del gruppo  di quest’  ultimo  vi era proprio  la vittima  dell’  omicidio, Bamundo Antonio, presianome e mente  finanziaria di Zagaria Vincenzo. In  tale  contesto, i mandanti  dell’  omicidio, anche  approfittando  della  detenzione  di  Zagaria Vincenzo e della  relativa  perdita  di leadership sul territorio da parte  di questi,  predisponevano  till gruppo   di fuoco facente  capo a Lanza Bruno  d.  ’69 ed altri soggetti  al momento  non  identificati. II gruppo   di fuoco  eseguiva I’omicidio del Bamundo presso  un  distributore di carburante  a lui intestato ed ubicato  in San Marcellino. L’attività   d’indagine   ha   permesso  di   accertare,  inoltre,   che   Zagaria Michele,  al   fine   di giustificare  con  gli  altri   esponenti  del  sodalizio  I’omicidio  dell’imprenditore,   particolarmente legato  a Zagaria Vincenzo, aveva  giustificato la propria   azione  omicidiaria affermando in pili occasioni che la morte  del Bamundo si era resa necessaria in quanta  quest’  ultimo   era divenuto confidente di personale della Direzione Investigativa Antimafia, al quale  personale avrebbe  fornito indicazioni utili alla cattura  della  stesso Zagaria Michele. Nel corso delle indagini, si procedeva alla certosina disamina di copiose  intercettazioni telefoniche ed ambientali poste  in essere  all’ epoca  dei fatti che, collegate alle dichiarazioni di pili collaboratori di   giustizia  ed   a  riscontri   tecnici-documentali,  hanno    consentito  all’Autorità  Giudiziaria   di contestare agli indagati  la commissione dell’ evento  delittuoso. La ricostruzione accusatoria, fondata   sugli  elementi probatori sopra  esposti,  è stata  condivisa dal gip presso  il tribunale  di  Napoli  che,  concordando  con  il PM  anche  quanta   alla  sussistenza  di concrete ed attuali  esigenze cautelari, ha adottato  i provvedimenti restrittivi oggi eseguiti.

Guarda anche

Schianto sulla statale: muore automobilista

L’impatto è avvenuto lungo la strada statale Fondo Valle Isclero, nel tratto che attraversa il …