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VAIRANO PATENORA – Cava Pizzomonte potrebbe riaprire, Martone lancia l’allarme

VAIRANO PATENORA (comunicato stampa) – Ieri alla IV Commissione del Consiglio Regionale della Campania si è tenuta la prima audizione delle Associazioni che sono andate a testimoniare l’assoluta contrarietà alla proposta di legge, fatta dalla Giunta De Luca, per consentire una ulteriore proroga di coltivazione delle cave, in zona ZAC(zona altamente critica dal punto di vista geologico) e delle cave abbandonate.  Questa prima audizione è stata indetta per il particolare impegno organizzativo di Giovanna Maietta, (resp. associazione casertana da sempre impegnata contro quel quadro devastante di cave e cementifici tra Caserta e Maddaloni). Ha partecipato Lega Ambiente, altre associazioni, ma importante è stata la presenza e il contributo del prof. Franco Ortolani, ordinario di Geologia all’Università di Napoli. Per questa presenza del prof. Ortolani è stata efficace l’impegno della Consigliera del Movimento 5 Stelle, MUSCARA’ MARIA, componente della Commissione, che ha mostrato grande e forte sensibilità verso le motivazioni poste a base da tutte le associazioni e si è assunta altri immediati impegni, garantendo un continuo rapporto di comunicazione con tutti i presenti. Non meno importante è stata l’insistenza e la presenza del Consigliere GENNARO OLIVIERO, presidente della VII Commissione permanente, Ambiente e Territorio.  Il prof. Ortolani ha espresso con estrema chiarezza una condizione prioritaria, prima di passare a qualsiasi proposta di Legge come quella in oggetto. Prima di qualsiasi Legge occorre stabilire di cosa stiamo parlando, quali sono le condizioni e quali sono le cave, quali i pericoli se vi sono, proponendo un sistema cartografico digitale e tridimensionale con UN OSSERVATORIO REGIONALE per la valutazione dello stato di fatto, prima che il dirigente preposto si accinga a valutare eventuali proroghe o meno. Il consigliere Oliviero, che a sua volta, nella scorsa legislatura, ha già presentato una proposta di Legge per la chiusura di tutte le cave campane, ha chiesto l’intervento chiarificatore di un ingegnere esperto della materia, presente all’audizione. L’ingegnere ha chiarito che in conseguenza di una precisa Normativa Comunitaria, entro il 2020 occorre riciclare almeno il 70% degli inerti, provenienti da rinnovi edilizi, con cui fare il cemento e, attualmente, l’Italia sta a meno del 7%; pertanto, ha continuato, questa storia delle cave è solo un fatto di preferenze politiche e non ha niente di interesse economico per la Collettività.  Io ho partecipato con grande convinzione a questa Audizione, come rappresentante di Altragricoltura, ma anche per gli interessi collettivi di Vairano Patenora, dove esercito la funzione di consigliere comunale di minoranza, alle prese da oltre 7 anni con la vicenda cava Pizzomonte.  Da parte mia, nel mio intervento udito e stenografato, è stato facile far osservare che questa proposta di Legge non può non essere dichiara Incostituzionale come già la Corte fece, con la Sentenza 67/2010, contro le proposte di Legge di proroga delle attività estrattive di Regione Sicilia e Campania. Nel 2008, la proposta di Legge campana partì dal presupposto che dati i tempi lunghi per l’approvazione del PRAE, si creavano condizioni di crisi economiche e di lavoro delle ditte esercenti l’attività di coltivazione, per questo occorreva consentirgli di continuare nelle more.  La Corte osservò due profonde illegittimità sulla base dell’art. 117 della Costituzione,lettera e) ed s). Non si può correre il rischio di fare provvedimenti di sanatoria, eliminando la condizione obbligatoria di formulare le dovute sanzioni a chi ha creato direttamente danni ambientali e chiede condizione di proseguire per sanare, nascondendosi opportunisticamente dietro l’impossibilita a non aver potuto proseguire per le sospensioni dovute alla mancata approvazione del PRAE. Parimenti, la nuova proposta di Legge regionale, oggetto dell’audizione,pone a sostegno del prolungamento degli anni per proseguire la condizione della crisi edilizia e di mercato che non avrebbe consentito agli esercenti cave di portare a termine i lavori di completamento, per la ridotta domanda di cemento. Naturalmente, a parte gli identici elementi di Incostituzionalità, la proposta di Legge non spiega nemmeno su quali basi si prevede una uscita in tempi brevi dalla crisi edilizia reclamata.  In particolare, e in termini radicalmente inconfutabili, l’Incostituzionalità su cui si basa la Sentenza 67/2010, vi è l’obbligo assoluto della VIA, Valutazione di Imbatto Ambientale, propedeutico a qualsiasi autorizzazione di continuazione o avvio di coltivazione delle cave, come per ogni altra opera che incide sul territorio, richiamando anche la Direttiva Comunitaria 85/337/CE.  In relazione a questo obbligo che non è aggirabile per qualsiasi motivo, è il caso di ribadire ancora una volta l’illegalità di qualsiasi possibile autorizzazione di continuazione per la cava Pizzomonte di Vairano che, impropriamente e per abuso e omissione di atti d’ufficio, il dirigente Rauci Luigi dell’AGC5, settore 2, Regione Campania, con decreto 971/2009, ritenne che detta cava non richiedeva la VIA, cosa ancora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria.  Infine, si spera che veramente, abbandonando inutili sotterfugi, la Regione attui subito quanto proposto dal prof. Ortolani, ossia l’OSSERVATORIO REGIONALE sullo stato della situazione. Lino Martone)

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