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ALIFE – Porcino del Matese, una risorsa per chi abita il territorio: valorizziamola

ALIFE ( di Vincenzo Santagata) – Porcino del Matese, una risorsa per chi abita il territorio: valorizziamola. Una meta per appassionati: educhiamoci alla ricerca ed alla raccolta. Guardare da un’altra parte per poi reprimere è inutile, oltre che dannoso per l’ economia locale.  In questi giorni, nel Matese, torna di attualità un protagonista di sempre: il porcino !!
Le condizioni atmosferiche particolarmente favorevoli hanno dato il via ad una annata che si avvia ad essere tra le più prolifere degli ultimi decenni in tema di “nascite” del “Re del bosco” per antonomasia.  I pochi abitanti, per lo più allevatori di bestiame, che vivono la parte prettamente montana del Matese, da storici e profondi conoscitori dei boschi dove nasce il prelibatissimo fungo, sono impegnatissimi nell’attività di ricerca e raccolta che rappresenta, per loro, una importante fonte di reddito. Una fonte di reddito che, considerato il particolare periodo di grave crisi economica, diventa indispensabile affinché tali abitanti possano continuare a conservare e trasmettere nel tempo le tradizioni tipiche del Matese.
E l’eco di abbondanti “nascite di porcini sul Matese” si è immediatamente propagato ben oltre il territorio regionale e, così, appassionati di ricerca e raccolta, campani e non, si stanno concentrando sul Matese. E cosi basta avviarsi prima dell’alba per la strada che da Piedimonte sale a Miralago per vedere:
un serpentone di luci che si muove verso l’alto;
trovare la piazza di S. Gregorio Matese piena di auto, di persone intente a consumare la colazione prima di avviarsi nei boschi;
lo spiazzo di Miralago occupato (finalmente) da postazioni per la vendita di formaggi e prodotto tipici degli allevatori che, ancora e tra infinite difficoltà, operano sul Matese.
Quello di questi giorni è indubbiamente un Matese “vivo e frequentato” che propone un proprio prodotto di grande qualità e molto, molto ricercato!
Quello di questi giorni è indubbiamente, anche, un Matese che vede arrivarsi addosso “improvvisati e dannosi” raccoglitori (non cercatori) di funghi, i quali trovano un contesto completamente sprovvisto di qualsiasi forma di informazione, assistenza ed educazione alla frequentazione di faggeti dal valore inestimabile.
Informazione, assistenza ed educazione alla ricerca e raccolta dei prodotti del sottobosco sono, tra le altre, attività d’istituto per Enti territoriali che operano (a carico dei contribuenti) sul territorio matesino.
Nell’epoca di internet, quale più utilizzato veicolo d’informazione esistente, si è portati a pensare che basta andare sui siti ufficiali (realizzati con i soldi dei contribuenti) di alcuni di questi Enti per trovare, adeguatamente al pregiato fungo, le informazioni del caso, ma tra il dire e il fare come si suol dire “c’è di mezzo (in questo caso) il lago” .
Sul sito del Parco Regionale del Matese, oltre al regolamento regionale in formato BURC, che disciplina la raccolta e commercializzazione dei funghi, non si trova una foto, una immagine, una descrizione del porcino del Matese !
Idem sul sito della Comunità Montana Zona Matese !
Ed in questo contesto, in questi giorni, sta molto circolando la “voce” che “… Un’orda di criminali sta devastando il Matese ….” per cui bisogna intervenire per reprimere !!!!!
Certamente esistono tanti punti di vista che, naturalmente, vanno tutti rispettati, nel caso, io sono fermamente dell’idea che chi trascorre la propria vita sui monti del Matese e utilizza il porcino come fonte di reddito e chi vi si reca come puro appassionato “non costituiscono orde” e non sono criminali !!!!

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