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Francesco Imperadore e Antonio Romano

SAN POTITO SANNITICO – Palazzo Raianieri, scatta il sequestro: i lavori sono abusivi. Sei persone indagate. C’è anche il sindaco e l’ingegnere Romano. Il video

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Palazzo Rainieri, prima dell'intervento
Palazzo Rainieri, prima dell’intervento

SAN POTITO SANNITICO – Ex Gezoov, lo scempio edilizio sull’antico palazzo Rainieri in località San Cassiano, è frutto di una’zione penalmente rilevabile. E’, in pratica, un abuso edilizio commesso dalla macchina amministrativa di San Potito Sannitico che ha devastato – secondo la Procura – un monumento storico, senza alcuna autorizzazione. Sono sei le persone indagate che oggi hanno ricevuto l’avviso di garanzia. Fra loro ci sono anche il sindaco di San Potito Sannitico, Francesco Imperadore, e Antonio Romano, l’infallibile ingegnere  di Gioia Sannitica con responsabilità area tecnica di San Potito Sannitico e Gioia Sannitica. Indagato anche l’ex sindaco Angiolo Conte. Questa mattina i carabinieri della compagnia di Piedimonte Matese – guidati dal capitano Giovanni Falso  –  in collborazione con i militari del nucleo tutela e patrimonio, hanno fatto scattare il bliz con il sequestro del cantiere nell’ex Gezoov.  L’azione della Procura è scattata dopo una breve indagine con la quale sarebbero stati accertati una serie di abusi e di omissioni. Un duro colpo per l’amministrazione guidata da Francesco Imperadore, che ama condire ogni discorso con legalità, trasparenza e di rispetto delle regole.
La questione di Palazzo Rainieri è stata portata alla luce da una dettagliata denuncia seconda la quale sarebbero stati cancellati, fregi e tutte le caratteristiche che rendevano quella struttura un importante punto di riferimento. Del resto le foto rendono ben chiara l’idea di quanto sta avvenendo in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico e storico. Sul caso, La Soprintendenza scrive di non aver mai rilasciato alcuna autorizzazione per quei lavori. Cancellati secondo la denuncia, fregi e tutte le caratteristiche che rendevano quella struttura un importante punto di riferimento. Del resto le foto rendono ben chiara l’idea di quanto sta avvenendo in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico e storico.
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Il comunicato della Procura:
In data odierna, i Carabinieri della Stazione di Piedimonte Matese, in collaborazione con i colleghi del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli, hanno proceduto al sequestro del cantiere sito in località San Cassiano del Comune di San Potito Sannitico, per la riconversione del “PALAZZO RANIERI “, storico edificio del ‘700, in un centro polifunzionale. Il decreto di sequestro è stato emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, che ha concordato con le risultanze investigative scaturite dall’attività congiunta dei due reparti dell’Arma.
Contestualmente si è proceduto a notificare informazione di garanzia e nomina di legale di fiducia a carico di 6 (sei) persone, tre delle quali facenti parte dell’amministrazione attualmente in esercizio, e precisamente il Sindaco Pro Tempore del Comune di San Potito Sannitico, del Responsabile dello Sportello Unico Edilizia, del Responsabile dell’Area Tecnica, altresì si è proceduto ad analoga notifica a carico dell’ex Sindaco del citato Comune (in carica sino al 15.05.2011), del progettista e direttore dei lavori, nonché del titolare dell’impresa edile esecutrice dei lavori.
Per tutti il reato ipotizzato è quello di “realizzazione di opere su bene monumentale senza autorizzazione (vincolato “ope legis” essendo del 1700), in concorso tra loro.
Nello specifico, in assenza di autorizzazione della Soprintendenza BAEP di Caserta, sono stati realizzati lavori che hanno previsto anche l’abbattimento di strutture architettoniche (compresa una torretta centrale), per la riconversione dell’edificio. La struttura è collocata all’interno dell’area di proprietà comunale, denominata “ex Gezoov”, che è stata riconsegnata al Comune lo scorso 12 marzo 2015, a seguito di sfratto coattivo eseguito in danno di ALTIERI Anna e figli.

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un commento

  1. Hanno distrutto quella piccionaia capolavoro per chissà quali interessi. E questo sindaco che dovrebbe preservare le bellezze architettoniche si rende protagonista del loro scempio. Vergognoso!

    Grazie alla Magistratura e grazie alle forze dell’ordine. Ma si doveva intervenire prima che facessero questo scempio. Ora speriamo che ci sia un rinvio a giudizio e le condanne, in modo da poterli chiamare con l’aggettivo che meritano.

    NON SE NE PUO’ PIU! NON SE NE PUO PIU! NON SE NE PUO PIU!