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Teano: Storico incontro, enciclopedia Treccani: avvenne a Vairano

Il vice sindaco di Teano, Gianpaolo D’Aiello

L’assessore alla cultura del comune di Vairano Patenora, Vincenzo Cortellessa

teano.  Lo storico incontro non avvenne a Teano, ma a Taverna della Catena, nel comune di Vairano Patenora, allora quadrivio di Caianello. Lo certifica la Treccani c he dopo 150 anni, a pochi mesi dalle celebrazioni del 150esimo anniversario, scrive che: “Teano, la cittadina è stata a lungo considerata come il comune nel cui territorio il 26 ottobre 1860 ebbe luogo l’incontro nel corso del quale Garibaldi salutò Vittorio Emanuele II re d’Italia e gli consegnò il Regno meridionale che aveva quasi completamente conquistato. Accolta dalle cronache del tempo e passata poi in molti manuali di storia, la notizia, in assenza di una relazione ufficiale delle autorità militari, è stata poi messa fortemente in dubbio dagli storici sulla base delle testimonianze di alcuni dei personaggi che assistettero all’evento e che indicarono come punto dell’incontro il quadrivio di Taverna della Catena nel comune di Vairano Patenora, essendo peraltro vero che a Teano i due protagonisti si dettero il saluto di commiato, dopo aver cavalcato affiancati sin lì. Tale tesi, espressa nel 1909 da un generale (G. Del Bono) dell’Ufficio storico dello Stato Maggiore Esercito, benché contestata nel 1911 da uno studioso locale (V. Boragine) col sostegno di un altro ufficiale dello Stato Maggiore, è oggi ritenuta la più fondata e ha in questi ultimi anni ricevuto il conforto di ulteriori e bene documentate ricerche (A. Panarello, 2002; C. Antuono, 2011).    
Lo storico Adolfo Panarello è infatti arrivato a sfatare ogni dubbio pubblicando nel 2000, in inglese con traduzione italiana a fronte, due corrispondenze apparse il 5 e il 6 novembre 1860 sul Times e stilate dal corrispondente che aveva seguito le operazioni dei garibaldini. Il reportage è un racconto circostanziato e preciso: ci sono i soldati che nei paesi si consolano con caldarroste e fichi freschi, c’è la notte precedente l’incontro trascorsa da Garibaldi e dai suoi all’addiaccio tanto da doversi levare prima della sveglia inzuppati di densa rugiada, e c’è l’Eroe dei Due Mondi che avanzando a cavallo si toglie il cappello e “con voce resa un po’ rauca dall’emozione” chiama Vittorio Emanuele «Re d’Italia!». E c’è soprattutto la ripetuta e inequivocabile identificazione della Taverna della Catena come sito dell’incontro. La Taverna sta sempre al suo posto. Costruita agli inizi del Settecento, prendeva il nome dal fatto che l’adiacente quadrivio veniva chiuso con una catena quando i Borboni si recavano a caccia nella zona.
Carlo Antuono, apprezzato funzionario del Comune di Teano, ha pubblicato – qualche mese fa – un volume (non in vendita perché inserito nell’ambito delle manifestazione per il 150esimo dell’unità d’Italia –   dal titolo” Nuovi spunti sull’Incontro fra Vittorio Emanuele II e Giuseppe Garibaldi- 26 ottobre 1860”.
In esso l’autore smaschera il trucco attraverso il quale, per oltre un secolo e mezzo, Teano ha   fatto sua la storica stretta di mano. Infatti Antuono dimostra la scarsa attendibilità del documento, l’unico, che assegnerebbe a Teano il luogo dello storico incontro. Si tratta di una relazione dell’ufficio storico del ministero della guerra – anno 1926 – nella quale si attesta che la stretta di mano fra Garibaldi e Vittorio Emanuele era avvenuta in territorio di Teano. Un documento però dove non compare mai un timbro o un’intestazione del ministero. Una relazione scritta su carta bianca con l’unico timbro del rappresentante del “Fascio” di Teano.

Vincenzo Cortellessa assessore alla cultura di Vairano patenora: “si tratta di un autorevole riconoscimento  che fa chiarezza sul luogo dello storico incontro riportando a Vairano la verità storica dei fatti. Già nel ‘67 il Ministro della Pubblica Istruzione  dichiarò Taverna della Catena immobile di particoalre interesse per la Nazione”.

Ginapaolo D’Aiello vice sindaco di Teano: “per noi la relazione dello stato maggiore dell’esercito è l’unico documento veritiero dei fatti. Un atto troppo vicino all’avvenimento per poter sbagliare. Non esistono ancora argomenti capaci di smentire  quel documento.  Quanto scritto dalla Treccani non sposta la verità storica”.

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