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ALIFE – Scandalo in municipio, ecco chi resta indagato

Alife – Scandalo in Municipio, sono attualmente tre le persone ancora inmdagate nell’ambito della vicenda che portò all’arresto dell’ex funzionario Sansone. Mentre si chiude la posizione dell’ex sindaco Roberto Vitelli, restano ancora aperte quelle di Pasquale Sasso (vice sindaco fino a pochi mesi fa e attuale consigliere di maggioranza), del funzionario comunale Claudio Accarino e dell’imprenditore Camillo Giammatteo. Su di loro, a breve dovrebbe pronunciarsi, a breve, i giudici per un eventuale rinvio a giudizio, oppure l’archiviazione delle posizioni. Pietro Sansone, invece, è attualmente sotto processo, per i fatti a lui contestati.  Dalle indagini della Guardia di finanza è emerso anche che il SANSONE utilizzava il danaro sia del comune di Alife, che del consorzio intercomunale per acquistare, da commercianti di Alife, beni personali, quali computer, cellulari 0 per effettuare ricariche telefoniche; nella contabilità  del  comune,  venivano,  infatti,  rinvenuti  mandati  di pagamento emessi in favore di GIAMMATTEO CAMILLO e SASSO PASQUALE, titolari di ditte esercenti la vendita di prodotti informatici, i quali poi rilasciavano fatture intestate 0 al comune di Alife o al consorzio intercomunale Campania 25; da un punto di vista documentale, si sarebbe quindi in presenza di acquisti, che, almeno apparentemente, sembrerebbero effettuati in favore di enti pubblici per soddisfare interessi della collettività; la prova che, in realtà, così non fosse, si ricava in maniera nitida dalle dichiarazioni dei predetti commercianti (ma non solo), i quali fornivano elementi da cui si ricava chiaramente che i beni in questione  entravano  nel patrimonio  personale  del  SANSONE  0 comunque di soggetti a lui vicini; entrambi i commercianti riferivano, infatti, un particolare importante e cioè che anche quando le consegne venivano effettuate presso le sedi del comune di Alife 0 del consorzio intercomunale Campania 25, in realtà, poi, i prodotti venduti non rimanevano nella sede degli enti pubblici, ma venivano trasferiti altrove.
Un sistema ben collaudato per “curare” i propri interessi, a danno della collettività. alifana. Un sistema che non poteva stare in piedi senza  il “concorso” di qualche imprenditore locale disposto a reggere il gioco a Pietro Sansone, avendo, chiaramente un proprio tornaconto economico. E’ il caso di Camillo Giammatteo, commerciante con una fiorente attività commerciale, ubicata porprio davanti la casa comunale di Alife. Quando si dice il destino!  In data cinque marzo 2012 il Pubblico ministero procedeva ad assumerei informazioni da Camillo Giammatteo, il quale ribadiva, anzitutto, il contenuto delle sue precedenti dichiarazioni, precisando poi che i contatti con Pietro Sansone per motivi legati alla fornitura di materiale informatico iniziavano nel 2002; il predetto si recava nel suo negozio oppure lo chiamava ogni volta che gli serviva un articolo di informatica; egli rilasciava la fattura e Sansone lo pagava con i soldi del comune; il materiale acquistato veniva scaricato presso gli uffici comunali; qualche volta era lo stesso Giammateo a farlo, ma più spesso un suo dipendente; capitava talvolta che la merce veniva portata in comune senza però essere installata e che poi il giorno dopo Sansone gli dicesse di andare a prenderla e di portarla a casa sua; non era, tuttavia, in grado di affermare se il computer installato nell’abitazione di Sansone fosse proprio uno di quelli fatturati al comune, ma certamente si trattava di uno dello stesso tipo; oltre a Sansone, presso il suo negozio, passavano anche gli assessori del comune, come Raffaele Rao, il quale ritirava un computer portatile marca HP, dicendogli che la fattura doveva essere intestata al comune di Alife. Un’altra volta lo chiamava per un televisore 42″ dicendogli che serviva all’Accarino dell’ufficio tecnico; tale televisore veniva scaricato presso gli uffici comunali. Pur rendendosi conto dell’anomalia di tali acquisti non faceva domande perché si tratta di acquisti fatti da funzionari pubblici; in altra occasione ancora il Sansone passava per il suo negozio insieme ad un tale Scialla, il quale ritirava due cellulari del valore di 500 – 600 euro ciascuno, che venivano pagati con fatture intestate al comune. Nel corso dell’esame venivano mostrato a Giammatteo un prospetto riepilogativo di tutti i mandati incassati dalla sua ditta negli anni dal 2007 al 2010, dal quale emerge, in particolare, che, in data 16.07.2008, veniva liquidato un mandato di euro 2.994,50, in relazione al quale non venivano rinvenuti il mandato di pagamento e la fattura; a tal riguardo l’indagato confermava che il conto era intestato alla sua società, ma non sapeva dare spiegazioni in ordine a tale pagamento; così come non sapeva spiegare il motivo per cui nei mandati di pagamento siano richiamati più volte gli stessi documenti fiscali.
Lo scandalo prodotto dalle “marachelle” dell’ex funzionario Pietro Sansone coinvolge anche l’attuale governo cittadino perchè fra gli indagati c’è anche Pasquale Sasso. All’epoca dei fatti Sasso non aveva alcun legame con l’amministrazione comunale essendo un semplice fornitore del municipio. L’accusa di peculato nei suoi confronti nasce proprio dalla certezza, scaturita dalle indagine condotte dalle Fiamme Gialle del Matese, che Sasso avrebbe incassato dal  comune di Alife oltre 7mila euro senza averne titolo. Cioè ci sono mandati di pagamento a suo favore senza alcuni titolo commerciale (tipo fattura o altro). Su oltre 11mila euro di mandati incassati, nel periodo preso in considerazione, solo 4mila avrebbero tutte le carte a posto. Sasso, tuttavia non sembra preoccuparsi e si dice deciso a proseguire mantenendo la carica di vice sindaco.

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