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Le mele del Trentino, "pericolose" come quelle di Biancaneve

CASERTA – Pesticidi, una mela al giorno non toglie il medico ditorno…specie se viene dal Trentino

CASERTA – Pesticidi, una mela al giorno non toglie il medico ditorno. Specie se viene dal Trentino, una delle zone d’Italia dove i pesticidi vengono maggiormente impiegati in agricoltura. E sono proprio i frutteti, in particolare i meleti della Val di Non, a destare maggiore preoccupazione tra i cittadini di quella zona. Ma c’è di più. A seguito di recenti studi, è emersa una forte contaminazione anche in aree non agricole (orti, giardini, parchi) , dentro le abitazioni e perfino nella polvere nelle camere da letto tanto che sono nati dei comitati a tutela del territorio. Una piccola Terra dei Fuochi, in sostanza. Eppure di tutto ciò se ne parla poco. Così come si parla poco del fatto che la Mela Annurca, che quasi nessuno più vuole, non venga coltivata nella Terra dei Fuochi. Una maggiore informazione servirebbe a ripristinare una realtà che in tanti pare facciano finta di non vedere. La provincia di Trento è al primo posto in Italia per impiego di fitofarmaci e, a seguito di alcune analisi, è emerso che le urine dei bambini presentavano valori da metaboliti di pesticidi più elevati degli adulti. Il Trentino è una delle zone d’Italia dove i pesticidi vengono maggiormente impiegati in agricoltura proprio per via della presenza preponderante di colture intensive, con particolare riferimento ai meleti non gestiti secondo i principi dettati dall’agricoltura biologica. Nonostante tutto ciò, la Regina delle mele,  ovvero la Mela annurca – l’unica originaria dell’Italia Meridionale – continua ad essere penalizzata sul mercato. Nonostante con la Terra dei Fuochi non c’entri praticamente nulla.

 

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