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CASERTA – Discriminazioni di Stato e assedio fiscale

CASERTA (di Nando Silvestri) –Discriminazioni di Stato e assedio fiscale.   Era il 2008 quando fu concepita da Tremonti la “Robin Hood Tax”, un tributo che colpiva le imprese private impegnate nel settore energetico finalizzato all’individuazione di risorse utili alla redistribuzione dei redditi. Si disse che la tassazione in oggetto veniva istituita allo scopo di taglieggiare le rendite di profitto percepite dalle suddette imprese, pur sapendo che non ve ne erano affatto. Ebbene, oggi, dopo 7 lunghissimi anni la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale il succitato balzello, senza però concepire alcuna forma di indennizzo alle imprese  contribuenti, colpite dall’obbligo pregresso di versamento contra legem. Sofismi giuridici, cavilli giurisprudenziali, chiamateli come vi pare, ma non chiamateli con l’unico nome che la logica pura suggerisce: discriminazione. Quando si tratta di trattenere le dazioni indebite, stato ed enti pubblici sono in prima linea, costi quel che costi. Insomma, le anomalie tributarie sono il mantra autentico di questo sistema atavico di prelievo fiscale e l’unico modo per legittimarlo sembra essere quello di configurare i vari organi a presidio della democrazia in tale direzione. Ma se da una parte la Corte legittima gli incassi derivanti da norme che essa stessa, in forza dei poteri conferiti dall’ordinamento, apostrofa come incostituzionali, dall’altra non mancano tentativi maldestri di enfatizzare le anomalie sperequative del Bel Paese. E’ passato del tutto sotto silenzio, difatti, il tentativo di qualche giorno fa ad opera di “ignoti” di istituire una nuova gabella, quella sul versamento di risorse liquide sul proprio conto corrente. Il pretesto era sempre la ben nota necessità di tracciare i depositi privati  fino all’ultimo centesimo, in linea con i presupposti di contrasto all’evasione. Ma se questo demenziale principio irrispettoso dei  più basilari cardini di diritto tributario si fosse tradotto in legge, qualcuno avrebbe scovato un’ ingegnosa alternativa per battere cassa ancora una volta. L’ennesima. Speriamo solo che non sboccino altri tentativi bislacchi più ampiamente condivisi di legittimare l’appropriazione indebita. Alla luce delle riflessioni appena svolte appare poco credibile e soprattutto risibile il postulato affermato da Vincenzo Visco secondo il quale l’evasione fiscale è un “fatto di destra”, mentre la lotta all’evasione un vanto della sinistra. Affrancata la realtà da qualunque becero  esperimento di strumentalizzazione politica, va piuttosto detto che l’evasione fiscale in Italia, oggi, è un fenomeno trasversale. Anzi, dal punto di vista statistico, quella più praticata e condivisa è proprio l’evasione di “sopravvivenza”. Essa è sempre più spesso improntata alla vivibilità minima delle classi medie e meno abbienti, colpevoli talvolta di aver ricevuto qualche “mattone” in eredità dalle passate generazioni e di non poter contare su remunerazioni sufficienti a soddisfare l’ingordigia del fisco.

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