PIETRAMELARA / RIARDO / ROCCAROMANA – Porto abusivo di armi e frode allo stato, in quattro sotto processo.

PIETRAMELARA / RIARDO / ROCCAROMANA – Porto abusivo di armi e frode allo stato, in quattro sotto processo. Un giudizio che i quattro indagati hanno deciso di affrontare in maniera totalmente diverse. Infatti Lucio Tommasone e Nicola Cimmino – assistiti dall’avvocato Michele Mozzi, hanno scelto il rito abbreviato. Una procedura che in caso di condanna farà scendere la pena in maniera considerevole. Tommasone e Cimmino saranno davanti al giudice il prossimo luglio.
Michele Di Nuzzo, invece, ha scelto il processo normale. Stessa scelta anche per il padre Carmelindo accusato, unicamente, di omessa custodia delle armi utilizzate dal gruppo in quella che l’accusa ritiene una battuta di caccia clandestina. I Di Nuzzo – assistiti dall’avvocato Emilio Russo – saranno davanti al giudici il prossimo maggio.
Il processo prende spunto da un’azione dei carabinieri della stazione di Pietramelara condotta un anno fa quando il gruppo composto da Tommasone, Cimmino e Di Nuzzo, fu colto in flagranza di reato mentre svolgevano una battuta di caccia al cinghiale di frodo, in periodo di divieto generale con sospensione di ogni attività venatoria. E accadde nella zona boschiva località Varre in Pietramelara. Coinvolti nel blitz Nicola Cimmino, 32enne di Riardo (residente a Roccaromana);  Lucio Tommasone, 22 anni e  Michele Di Nuzzo, 20 anni, entrambi della frazione Santa Croce di Roccaromana. Quando vennero fermati dai carabinieri due dei tre fermati imbracciavano un fucile sovrapposto calibro 12, marca castellani, ed un fucile sovrapposto calibro 12, marca beretta, regolarmente detenuti dal 57enne padre di uno degli indagati che venne, a sua volta, deferito in stato di libertà per omessa custodia di armi. Nessuno  dei tre ragazzi coinvolti nell’indagine possedeva il titolo di detenzione e porto di armi. Fra pochi mesi i giudici potrebbero chiarire definitivamente quei fatti