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Vincenzo Iorio

CASERTA – Sottocultura e Istituzioni, un connubio che fa perdere il museo della scienza a Caserta

Vincenzo Iorio
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CASERTA (di Nando Silvestri) –  Disinformazione e sottocultura, sono spesso le merci più vendute dalle istituzioni locali e nazionali. Lo scopo è il plagio collettivo votato alla soppressione dell’autodeterminazione e della libertà individuale di essere e pensare. La democrazia, così come si configura nel Bel Paese, è il solvente più efficace per catalizzare la manipolazione delle maestranze e non di rado si avvale proprio dell’ignoranza coattivamente inculcata nella popolazione attraverso i media. Qual è l’antidoto per sconfiggere le insidie che si annidano nel pensiero libero? Un siero a base di ignoranza e disinformazione diffuso senza tregua dalle istituzioni allo scopo di calare definitivamente il sipario sulla ragione. Renzi, per esempio, sostiene che gli italiani si stiano arricchendo, ignorando la differenza fra moneta precauzionale e ricchezza. Ignoranza vuole poi,  che i presidenti della repubblica siano distinti garanti abilitati a non farsi troppi scrupoli ad apporre la propria firma su quantità industriali di norme fiscali inique, barbare, illegittime e retroattive. Sembra che il diversivo più ambito dai presidenti italiani sia divenuto quello di ipotecare il patrimonio residuo dei cittadini e sottometterli ulteriormente impoverendoli. E’ terrificante pensare a quanti danni può arrecare il virus dell’ignoranza. E quanti danni fa l’ignoranza a Caserta? Tanti, troppi. “Caserta, capitale morale d’Italia”: sentenziava il grande Totò nei panni del “figlio dello sceicco” in un celebre film del tempo che fu… Forse il “principe” si riferiva alla dignità e alla cultura di cui sono intrise le mura del Borgo medievale di Casertavecchia, dalle quali trasudano ancora i sentori delle argute conoscenze sveve e normanne. Una cultura costituita non solo di strategie e tecniche di combattimento, ma anche di disciplina, spirito innovativo, giurisprudenza, tecnologia e sofisticata maestria costruttiva. Un’abilità quasi certamente affidata alle influenze matematiche di arabi, templari e frati martelletti: la maestosa cattedrale di San Michele Arcangelo ne è testimonianza imponente. La modernità, dal suo canto si è inventata sofisticate reti informatiche e social networks per divulgare ozio, speculazione, sciatteria e non di rado una melmosa e mielosa ignoranza nel  tentativo, a quanto pare ben riuscito a Caserta e altrove, di lobotomizzare e abbindolare la coscienza di superficiali e buontemponi. E’ doveroso sottolineare in controtendenza l’encomiabile contributo culturale del noto ricercatore scientifico casertano Vincenzo Iorio per la realizzazione del tanto agognato progetto “Museo della Scienza e della Tecnologia”. Si tratta di un’istituzione degna di nota, recentemente passata agli onori della cronaca televisiva nazionale per i suoi contenuti spiccatamente formativi, innovativi e divulgativi. Il Museo, inizialmente concepito per la zona compresa tra Caserta e Casertavecchia è attualmente ubicato a Morcone, in provincia di Benevento ed ospita reperti e strumentazioni tecnologiche di riconosciuto interesse storico, oltre che erbari, importanti collezioni di minerali, insetti e tanti presidi volti a valorizzare territorio e formazione scolastica. Troppa grazia S. Antonio. Davvero troppo per smuovere la sensibilità del sindaco Del Gaudio e dell’intera amministrazione comunale che, a fronte dello slancio del ricercatore scientifico casertano e della sua disponibilità a finanziare l’intero progetto non hanno saputo fare altro che voltarsi dall’altra parte e dare un due di picche. Propositi nobili e virtuosi come quello del  ricercatore casertano Vincenzo Iorio sono probabilmente inconciliabili con la nota apatia degli amministratori casertani, spinti solo dall’avido individualismo, da algidi interessi e riluttanza a qualunque forma di edificante cultura. Sarà forse per queste scelte inoculate fortunatamente disattese da comuni più piccoli e virtuosi come Morcone, che peggiora la qualità della vita a Caserta e provincia. Dal dodicesimo posto Terra di Lavoro scende al trentottesimo. Il dato suddetto appartiene alle infrastrutture e alla ricerca, due settori a dir poco cruciali nella determinazione della qualità del benessere e dello sviluppo. Lo stabilisce l’università “Federico II” di Napoli, la più antica del mondo. In qualche modo, dunque, è proprio Federico di Svevia, avido di conoscenza e impavido pioniere, a urlare dopo quasi un millennio il suo sovrano disprezzo per le amministrazioni locali. L’imperatore di origini teutoniche che tanto lustro ha dato al territorio casertano e  quello meridionale, si erge al di sopra del tempo e dell’inettitudine degli attuali governi beffandosi fragorosamente dei fatui traguardi da essi raggiunti nell’era moderna. Concludendo, il museo Scuola di Morcone è un rutilante cameo che valorizza il territorio e il capitale umano che vi si stanzia: è un peccato che Caserta non abbia potuto fregiarsi di un simile valore aggiunto. Del resto, è opinione diffusa che enti preposti ed amministrazioni cittadine si siano recentemente distinte per demolire e seppellire diversi slanci innovativi e socialmente decisivi per il benessere dell’intera comunità locale. Forse, cultura  e socialità non si sposano con intrallazzi e connivenze e minano pericolosamente lo status quo.

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