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TEANO – Incidenti stradali, il personale 118 provvede a tutto: soccorsi e servizio fotografico

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Soccorritore “fotografo” in azione
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Soccorritore “fotografo” in azione

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TEANO – Incidenti stradali, qualche addetto del servizio 118 di Teano sembra capace di provvedere a tutto: prestare i soccorsi necessari alle persone coinvolte nel sinistro e “produrre” il necessario “servizio fotografico” capace di “documentare” l’accaduto.
Ma, la domanda sorge spontanea, perché un addetto del servizio 118 si preoccupa, con tanta cura, di realizzare un servizio fotografico sui veicoli coinvolti nello scontro?
E’ una prassi richiesta dalla stessa centrale 118?
Si tratta solo di una “passione” dell’autore degli scatti?
Oppure – fotografare l’incidente – rientra un sistema ben collaudato, magari per garantire a qualche studio legale (amico chiaramente), le necessarie prove da esibire in tribunale?
Tutte domande che si pongono da tempo le persone che – con stupore – hanno assistito alle “performance” del soccorritore fotografo. Sarebbe interessante, giusto per capire meglio la vicenda e le dinamiche che muovono certi “click”, indagare per scoprire, ad esempio, quanti degli incidenti “fotografati” dai soccorritori sono poi finiti trattati da uno stesso studio legale. Sarebbe davvero curioso capire questo aspetto.

LA PRECISAZIONE DI CLAUDIO DE MAIO:
“Ritenendo di essere stato coinvolto, mio malgrado, in un tipo di articolo scandalistico (dati i toni) che non mi si confà nel mio ruolo di buon soccorritore, replico semplicemente che ricordo bene questo incidente, di essere stato fotografato e di essere a conoscenza, sia io che il resto del Team 118, di chi sia la persona che ha fotografato me ed i carabinieri in servizio, di propria iniziativa.
Sorvolando su quest’aspetto lesivo per tutti noi, specifico che:
1) Ogni soccorritore ha l’obbligo innanzitutto di rendere la scena sicura per se stessi e per gli altri presenti, di soccorrere le eventuali vittime, di allontanare curiosi e persone che vorrebbero trarne profitto (anche per i motivi dal giornalista attribuitimi), quindi di salvaguardare la scena per evitare contaminazioni che potrebbero divenire forvianti per le indagini di quanti preposti a verificare lo stato delle cose e per la eventuale ricostruzione cinematica.
Tutto ciò accade regolarmente e si cerca di farlo con competenza e con coscienza da parte di tutti quelli che intervengono su una scena d’intervento.
2) Nell’ambito degli incidenti sul lavoro e per tutti i tipi d’incidenti, spesso gli operatori, dopo l’evolversi dei ricoveri che a volte sono mortali sia quando s’interviene, sia dopo il trasporto, sono (come testimoni dello stato delle cose in fase di soccorso) convocati nelle aule di tribunale.
3) All’uopo la Centrale 118, con delibere approvate e circolari inviate, ci invita a raccogliere sensazioni, immagini e anche video delle scene.
Ringrazio il giornalista che ha voluto elogiarmi classificandomi come uno dei più solerti e ligi al ruolo di soccorritore, ma rimango annichilito nelle motivazioni da lui fornite e che esulano dal mio, e di tutti gli altri soccorritori, modi di essere bravi-soccorritori.
4) Pongo l’accento sul fatto che a supporto delle indagini e del nostro ben fare di soccorritori 118, vi è anche una scheda di catalogazione del soccorso, modello stampato registrato dal ministero della Sanità, da compilare e in cui segnalare i danni fisici riscontrati al nostro esame primario senza aiuto di attrezzature ospedaliere, i valori di base della persona coinvolta (se non deceduta) e per raccogliere i dati anagrafici della vittima/infortunato. Tale scheda ci viene fornita dalla Centrale Operativa.
Si evince da tutto questo che il nostro essere soccorritori non si ferma al solo intervento, ma a una sinergica collaborazione con infortunato, inquirenti sul posto ed eventuali giudici a cui riferire ove richiestoci.
5) In mio possesso, in un archivio, ho centinaia di foto che classifico come RILIEVI 118 e che mostro solo ed esclusivamente alle autorità competenti/autorizzate quando mi vengano da loro richieste.
Tali fotografie pertanto sono facilmente confrontabili e visionabili da quanti, per legge, abbiano il compito di compararle con quelle prodotte dai vari avvocati per evidenziare se esse siano o no uguali.
Nessuna. Nessuna sarà uguale.
Detto ciò, mi pongo a disposizione sia per un confronto pacifico con il mal informato giornalista, con il mal informato fotografo e con quanti ritengano, per legge, di dover verificare queste illazioni mossemi nell’articolo.
Ma… e dico ma… aggiungo un mio personale giudizio… e cioè che tali articoli vadano ben valutati da un direttivo giornalistico di testata che non dia come arma una penna a chi non dimostra di conoscere le norme e le leggi.
Chiarisco però che al momento, evidenziata la cattiva informazione del/la giornalista ( ignoto/a in quanto l’articolo è privo di firma), la mia intenzione è sorvolare sul tutto, a meno che non si evidenzino poi nuovi attacchi di questo genere alla mia persona ricchi di illazioni che ledano la mia immagine professionale e morale.
Tanto andava detto per spiegazioni personali dei fatti e come diritto di replica.
Ringrazio il fotografo, il giornalista e la redazione di Paese News. Distinti saluti da Claudio De Maio.
……………………..
P:S:: Do spiegazione dell’unico termine tecnico usato nella mia lettera per quei pochi che non ne conoscessero il significato:
CINEMATICA= la cinematica è il processo di valutazione della scena per determinare quali lesioni potrebbero essere derivate dalle forze e dal movimento coinvolti. Si basa su principi fisici fondamentali della legge del moto di Newton ed è messa in atto da CTU, eletto dal tribunale, ricostruendo la scena e basandosi sui rilievi fatti al momento, sulle valutazioni dei danni fisici riportati su scheda di centrale 118 e sulle fotografie effettuate dalle forze presenti sulla scena del soccorso.”

 

 

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un commento

  1. Pultroppo oggi per aver a che fare con le assicurazioni.bisogna pararsi ilcl.le persone impegnate nel campo devono essere qualificate ed tutelate (il campo e duro ma pochi lo sanno)