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VAIRANO PATENORA – Falsi posti di lavoro, truffato ex ispettore della Forestale. Pagò con la speranza di “sistemare” la figlia al Ministero

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VAIRANO PATENORA – Falsi posti di lavoro, truffato ex ispettore del Corpo Forestale. Pagò con la speranza di “collocare” la figlia a Roma. Sborsò diversi soldi senza però ottenere nulla in cambio. Pochi giorni fa la sua testimonianza è stata ascoltata dai giudici della capitale – dove si svolge il process0 a carico di sei persone imputate di diversi reati.  Domenico I. , ex comandate della stazione della Forestale, davanti ai giudici, ha confermato ogni cosa, puntando l’indice contro gli imputati. Stesse accuse confermate anche dalla figlia Claudia. Proprio lei sarebbe stata avvicinata da uno degli imputati per definire gli accordi. Un vero e prorio contratto che prevedeva, dietro pagamento di una cospiscua somma di denaro, la “sistemazione” della ragazza in un Ministero a Roma.  Claudia è solo una delle tante vittime del gruppo, composto da sei persone che – secondo l’accusa – vendevano falsi posti di lavoro.  Nella prossima udienza, fissata per il prossimo dicembre, saranno ascoltate le testimonianze di altre vittime dell’organizzazione. Molte delle persone truffate sono della zona del vairanese e dei comuni vicini.  Sono sei, secondo la Procura della Repubblica di Roma, i componenti del sodalizio accusato di aver venduto falsi posti di lavoro presso il Ministero delle attività Culturali. Cinque figure sono state già individuate: la mente, Ivan Cocco Campitelli, venne arrestata – diversi mesi fa – e i quattro complici denunciati a piede libero. Si tratta del vairanese Ermanno Caiazza, Iolanda Esposito, Filippo Corvino e Giuseppe Piccolo. Una sesta persona è ancora da indentificare, veninva presentato come il dottor Merola, dirigente del Ministero.  Sarebbero undici le persone truffate dal gruppo. Fra loro ci sarebbero quattro donne e sette uomini., tutti giovanissimi.La truffa messa in piedi da Cocco avrebbe fruttato oltre 150mila euro. Mediamente ogni “cliente” pagava circa 13mila euro. A volte si arrivava anche a 20mila euro. Quasi sempre giovani vicini ai trenta anni, alla ricerca disperata di un impiego “sicuro”. Per tranquillizzare le proprie vittime, Ivan Cocco Campitelli – 47enne di Vairano Patenora, ma da tempo domiciliato a Caserta – non esitava a produrre documentazione falsa, con tanto di stemma del Ministero, timbri e firme.  Comunicazioni che così apparivano quasi reali.  Ma la felicità di intere famiglie è durata giusto il tempo di arrivare a Roma dove le vittime realizzavano d’essere state ingannate.  La rabbia ha portato numerose vittime dai carabinieri a denunciare la truffa subita.

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2 commenti

  1. Ahhhhhhhhh Un uomo che serve lo stato che “poverino” è stato truffato? Ma che peccato, che dispiacere che grande dispiacere! Invece di denunciare chi dietro pagamento offre posti di lavoro ha pensato bene di approfittarne ed è stato doppiamente fregato! Mi aspetto dalla giustizia che questo genere di atteggiamenti vengano puniti. Chi è peggio: chi offre lavoro per soldi o chi compra il lavoro per denaro?

  2. Giovanni Pisaturo

    Sono un ex dell’Arma dei Carabinieri di cui gli ultimi 10 anni della mia carriera li ho espletati proprio a Vairano Scalo. Conosco molto bene i fatti che diedero luogo alla complessa attività di P. G. a carico dei soggetti indicati nell’articolo di stampa. Per quanto concerne il comportamento dell’ex ispettore della Forestale rimango, a dir poco, esterefatto! con un minimo di consapevolezza mi chiedo: come può un ufficiale di Polizia Giudiziaria accettare condizioni del genere per poi denunciarle addirittura!!!! scarsa dimestichezza nel senso del dovere,scarsa conoscenza del codice di procedura penale e, non commento la capacità professionale del soggetto perchè, leggendo l’articolo, lascia il tempo che trova. Se l’U.P.G. si sente di essere stato truffato, a dir poco c’è stata la consapevolezza a concretizzare la truffa, doppia condanna: concorso e favoreggiamento: la truffa si concretizza mediante raggiri ed artifizi…….. “aria fritta” per l’U.P.G.
    Caro ex Ispettore non denunciare oggi quello che avresti potuto debellare ieri, anzi un consiglio spassionato, era meglio che stavi zitto almeno salvavi l’immagine della divisa che indossavi e le tue capacità “professionali”
    Saluti.