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SESSA AURUNCA – Liceo Nifo, Peppe Barra in cattedra

SESSA AURUNCA (Maira Rea) –   Si è svolta ieri pomeriggio la manifestazione rievocativa del ‘600 napoletano, promossa dall’Istituto Statale di Istruzione Superiore “A. Nifo”, presso la storica palestra dello stesso liceo classico, in una sala da poco ristrutturata e che a breve sarà trasformata in un museo archeologico. Ospite d’onore dell’evento è stato Beppe Barra, membro del Comitato scientifico e docente del master di secondo livello in ‘Letteratura, scrittura e critica teatrale’ dell’università Federico II di Napoli. Proprio la prestigiosa università partenopea il 24 marzo scorso ha conferito all’artista il master universitario honoris causa in ‘Letteratura, scrittura e critica teatrale’, con la seguente motivazione: “Artista, figlio di artisti, con la sua particolare abilità professionale e intellettuale Peppe Barra ha portato la cultura della tradizionale locale in una dimensione internazionale. Elevatissimo è il suo valore artistico e il rilievo culturale della sua opera”. La partecipazione dell’artista è stata fortemente voluta dal dirigente scolastico del Nifo, Giovanni Battista Abbate, che ha infatti affermato con soddisfazione: “Abbiamo realizzato un sogno”.  Dopo i canti e i balli iniziali l’artista napoletano ha espresso l’importanza e il fascino della lingua napoletana, sempre più dimenticata. “Mi rendo conto sempre più con dolore che la nostra bella lingua napoletana sta scomparendo – afferma – soprattutto per colpa degli adulti che hanno vergogna che i loro figli parlino il linguaggio napoletano. Io combatto da sempre con i genitori perché lascino parlare i loro figli in napoletano, purtroppo è stato sempre un buco nell’acqua. Volevo anche mettere una scuola in lingua napoletana, ma quando si parla di linguaggio le orecchie dei nostri politici sono sempre sorde”. Tema centrale è stato Giambattista Basile, letterato italiano, autore de ‘Lo Cunti de li Cunti’, una raccolta di 50 fiabe scritte in napoletano, che Benedetto Croce definì: “Il più antico, il più ricco e il più artistico fra tutti i libri di fiabe popolari”.
Parlando della lingua napoletana, il maestro con esempi semplici e intelligenti ha mostrato i cambiamenti rispetto al passato.“Anche i sapori non sono più quelli di una volta. Le stagioni prima erano scandite dagli odori. Pure a Napoli, già intossicata anche negli anni ‘50, in primavera si sentiva l’odore di pasta e piselli, in estate le grida dei venditori di spighe, in autunno l’odore delle caldarroste e in inverno gli agrumi. Ora gli odori non ci sono più”. E ancora, riferendosi alla rappresentazione dei ragazzi, Barra ha espresso: “Stasera ho avuto il piacere di vedere questa messa in scena molto intelligente, da persone preparate, dal mito alla favola”. Insomma, si è trattato di un pomeriggio emozionante, all’insegna del ‘600 napoletano, che ha unito insegnanti, alunni, ex alunni e genitori, affascinati tu

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