CASERTA – Occupazione, chiude Terra di Lavoro: 300 famiglie senza futuro

CASERTA – Chiude Terra di Lavoro, il più antico istituto di vigilanza privata della provincia di Caserta. Trecento dipendenti saranno presto senza lavoro, fra essi, 150, da alcuni mesi sono già in cassa integrazione. Il colpo di grazia per l’azienda è arrivato l’altro giorno quando il Prefetto di Caserta non ha ritenuto necessario, sulla scorta delle informazioni ricevute dalla Questura, rinnovare la licenza all’impresa. Il presidente – Filippo Lasco – non avrebbe tutti i requisiti necessari per ottenere i permessi. Ora, entro sessanta giorni Terra di Lavoro dovrà rescindere tutti i contratti in essere oppure cedere gli stessi a società similari, capaci di continuare il rapporto di lavoro. Pochi giorni, esattamente, lo scorso cinque febbraio un gruppo di dipendenti di Terra di Lavoro, – oltre 100 guardie della cooperativa di vigilanza privata “Terra di Lavoro”  –  capeggiate dal presidente Filippo Lasco, hanno manifestato davanti alla Prefettura di Caserta. I lavoratori chiedevano, ormai da tre mesi, che la dottoressa Carmela Pagano rilasciasse alla cooperativa la licenza prefettizia per poter operare sul territorio e per poter partecipare ai bandi di gara. Al rilascio della licenza era collegato il futuro occupazionale di circa 300 guardie e delle loro famiglie. Quel rinnovo, purtroppo, non è avvenuto.La Cooperativa Terra di Lavoro, nata nel lontano giugno del 1967 e giunta ad assumere fino a 500 persone, oggi è sull’orlo del fallimento. I primi segnali sono arrivati nel 2007 quando, a fine anno, il bilancio evidenzia una perdita di esercizio tale da costringere i soci ad una immediata ricapitalizzazione. Storia nota delle cooperative onde evitare lo scioglimento con conseguente perdita del posto: a sacrificarsi sono i lavoratori ai quali viene decurtato lo stipendio. In questo caso a ciascuno di loro viene chiesta una somma annua pari a 7.000 euro. Una decurtazione che, tuttora, persiste.