Ultim'ora

FONTEGRECA – L’INQUINAMENTO DEL FIUME SAVA E’ INARRESTABILE, LE ISTITUZIONI INERMI. L’INDIGNAZIONE POPOLARE CONTRO “GLI SCALDA-POLTRONE”

FONTEGRECA –  L’inquinamento del fiume Sava è inarrestabile, mentre le istituzioni e le autorità preposte al controllo e alla tutela del territorio appaiono inermi . Sono tre mesi che il torrente del Matese è inquinato in maniera evidente e massiccia. Non è stata emessa, da parte del comune di Fontegreca, una ordinanza a tutela della salute pubblica, non si riesce a individuare e bloccare la fonte dell’inquinamento. Pochi giorni fa, con le ultime abbondanti piogge, ecco ripresentarsi la schiuma e l’acqua è ritornata torbidissima e maleodorante. Così le cascate della cipresseta di Fontegreca – un biotipo unico al mondo – si sono trasformate, nuovamente, in una immensa vasca da bagno stracolma di schiuma. Insomma, la Terra dei Fuochi sembra non aver insegnato nulla agli amministratori del Matese che dovrebbero anteporre la tutela del territorio – in gran parte ancora integro – ad ogni altra cosa. Invece non bastano tre mesi per bloccare l’inquinamento di uno dei torrenti più belli della catena montuosa del Matese. I primi due mesi sono serviti alle varie istituzioni per “certificare” il tipo di inquinamento generato – secondo le analisi eseguite dall’Arpac – da fanghi biologici.  Era il sette ottobre scorso quando una schiuma densa ricoprì gran parte del corso d’acqua invadendo anche il terreno oltre le sponde. La segnalazione arrivò quasi subito all’ufficio tecnico del piccolo municipio di Fontegreca, ma nessuna iniziativa fu assunta. Solo dopo molti giorni, su esplicita denuncia di un consigliere di minoranza – Elisabetta Cambio – si attivò la procedura prevista. Lo scorso undici novembre, personale dell’Arpac si recò in zona per prelevare i campioni necessari per le analisi. Due giorni dopo toccò al personale dell’Asl “visitare” la zona. I risultati degli esami sui campioni prelevati, dopo oltre venti giorni non sono ancora pronti. Alle sollecitazioni degli amministratori di Fontegreca, i tecnici dell’Arpac avrebbero opposto inconvenienti tecnici dovuti al malfunzionamento di alcuni personal computer. Il fiume Sava – prima di gettarsi nel  Volturno – scorre nel comune di Fontegreca, all’interno dell’antica Cipresseta, un biotipo unico in Europa, interessato da uno studio del Cnr e affidato alle cure del Corpo Forestale dello Stato. Una ragione in più essere più rapidi e più efficienti. Invece nulla.  Intanto la schiuma bianca e  densa, tipica di un inquinamento chimico oppure da fanghi di depurazione, si è ripresentata  puntuale l’altro ieri quando le piogge torrenziali hanno gonfiato il corso d’acqua.   L’indignazione popolare scaturita dalla vicenda e alimentata dalla lentezza delle istituzioni  ha prodotto la nascita del gruppo “La rivolta dell’acqua” che ha già raccolto, in pochi giorni, circa duemila firme a sostegno del progetto che ha proprio lo scopo di sensibilizzare le autorità sulla vicenda e, in generale, sulla tutela del Matese. Possibile, si domandano i cittadini, che in tre mesi non si riesce ad arginare il fenomeno? Quanto tempo ancora servirà per individuare i responsabili di questo scempio?

Guarda anche

MALASANITA’ – LA DENUNCIA DI ROSA: MIO MARITO LASCIATO MORIRE COME UN CANE ALL’OSPEDALE DI CASERTA

Falciano del Massico / Caserta (di Danilo Pettenò) –  Sono Rosa Di Gregorio e voglio …

2 commenti

  1. Da quello che mi risulta i controlli sono stati fatti e ci sono state anche risposte dal corpo forestale dello stato, visto che fontegreca è il centro maggiormente monitorato per via del patrimonio che possiede.

  2. elisabetta cambio

    Trasmissione esisti analitici torrente Sava. Nota ARPAC del 09.12.2013 prot. 2144 ‘le analisi eseguite sui campioni prelevati … hanno evidenziato che la composizione chimica e micro biologica delle acque (significativa presenza di Escherichia Coli ed alta concentrazione di COD, BOD e tensioattivi) è compatibile con l’immissione nel corso d’acqua di scarichi di acque reflue con elevato carico organico. Da ulteriori accertamenti effettuati inoltre sulla composizione dei fanghi riscontrati in corrispondenza dei punti di prelievo, si è rilevato che gli stessi sono da attribuirsi a processi di depurazione biologica di acque reflue’ . Eppure ad oggi neanche un’ordinanza sindacale a tutela della salute pubblica di avviso alla cittadinanza che utilizza le acque del Sava forse perché non renderebbe omaggio ad un primo cittadino invidiato da tutti i paesi limitrofi! Meglio fare come gli struzzi!!