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PIEDIMONTE MATESE – Sannio Alifano, pugno duro contro i contadini morosi: niente acqua per l’irrigazione. Pronta la rivolta degli agricoltori

PIEDIMONTE MATESE – Via l’acqua agli agricoltori morosi verso il Consorzio di Bonifica del Sannio Alifano. D’ora in poi, i contadini che non sono in regola con il pagamento dei contributi, non potranno più irrigare i campi nei mesi estivi quando la terra ha maggiormente bisogno dell’acqua per evitare il pericolo della siccità. La drastica decisione è stata assunta dall’Ente consortile presieduto dal Prof. Pietro Andrea Cappella all’indomani della mancata regolarizzazione della propria posizione debitoria da parte di numerosi utenti irrigui morosi invitati, già lo scorso mese di marzo, dall’amministrazione consortile a versare il tributo anche attraverso un adeguato piano di rientro rateizzato e senza interessi.

Agricoltori pronti alla rivolta: E’ questa la “minaccia”  e l’ammonimento che arriva dal palazzo del potere di Piedimonte Matese. Mai i “contadini” così come li definisce lo stesso Cappella nelsuo comunicato stampa non ci stanno (anche perchè preferirebbero essere chiamati imprenditori agricoli). Non ci stanno perchè sono nauseati da coloro che invece di trovare soluzioni in favore di un settore sempre più in difficoltà usano il pugno duro chje gli consente il potere che nasce proprio da quel voto fornito da molti “contadini” morosi ai quali era stata promessa una sanatoria o, comunque, un aiuto. Se ci sono utenti che non pagano, fanno sapere gli agricoltori, è perchè molto sono ormai sull’orlo del collasso finanziario. Togliere l’acqua a costoro significa affossarli definitivamente. Ma del resto – evidenziano alcuni imprenditori agricoli – c’era da aspettarselo da chi  in campagna ci va solo per fare pic-nic. Piuttosto che dare il colpo di grazie ai contandini, spiegano altri, Cappella dovrebbe speigare meglio come spende i soldi dell’ente, soprattutto dovrebbe dare maggiore trasparenza alla propria azione, magari iniziando dall’Albo Pretorio on line che è praticamente oscurato.

Ma il Consorzio insiste: Un’opportunità di mettersi in regola con i versamenti che, però, non tutti gli agricoltori hanno saputo e voluto cogliere al volo, costringendo così il Consorzio ad intervenire in maniera ferma e concreta anche per tutelare i consorziati che pagano regolarmente e per evitare ulteriori danni finanziari alle casse consortili che già soffrono una precaria condizione. Del resto, sin dal suo insediamento, l’amministrazione del Presidente Cappella ha voluto imprimere una svolta rispetto al passato quando chi non pagava continuava ad irrigare i campi senza alcuna conseguenza, tanto da approvare all’unanimità nel Consiglio dei Delegati  un nuovo Regolamento Irriguo Consortile, redatto dall’apposita commissione presieduta dal Consigliere Filippo Farina, che prevede espressamente la chiusura dell’acqua per i consorziati non in regola con i contributi. Nei prossimi giorni, dopo il regolare invio dei provvedimenti di sospensione dell’irrigazione nei terreni condotti dagli utenti morosi, scatterà automaticamente l’interruzione del servizio irriguo, imputando a carico degli utenti in debito tutte le spese per le operazioni di distacco e di eventuale riattivazione della fornitura d’acqua, oltre le spese accessorie, fatte salve ed impregiudicate al Consorzio le azioni di legge per il recupero e la riscossione dei contributi arretrati. Ovviamente, decorsi i 30 giorni successivi all’invio del provvedimento di sospensione, per gli agricoltori sarà vietato utilizzare l’impianto irriguo consortile pena la denuncia all’autorità giudiziaria e ferma restando l’applicazione delle sanzioni pecuniarie previste dal vigente regolamento irriguo. I consorziati che, invece, intendono regolarizzare la loro posizione contributiva e versare quanto dovuto per non farsi chiudere l’acqua nei propri campi agricoli, potranno rivolgersi all’ufficio catasto dell’Ente per concordare termini e modalità del versamento degli arretrati. “Il mancato pagamento degli oneri sostenuti dal Consorzio per la distribuzione dell’acqua – spiega il Presidente Cappella – crea un danno a tutti i consorziati e rischia di non consentire oltre l’erogazione di un importantissimo servizio collettivo, soprattutto a chi ha sempre pagato e ancora lo fa in maniera regolare. Tra l’altro, l’attivazione del procedimento di sospensione del servizio irriguo, in caso di mancato pagamento del contributo consortile, è un atto dovuto, sia in applicazione del nostro regolamento irriguo, sia a tutela della sostenibilità finanziaria del servizio irriguo erogato dal Consorzio, sia dei consorziati virtuosi”.

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