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CASERTA / PARETE – CAMORRA, SEQUESTRATO L’IMPERO ECONOMICO FINANZIARIO DI CHIANESE

CASERTA / PARETE – In data odierna personale del Centro Operativo D.I.A. di Napoli, sta eseguendo un decreto di confisca nei confronti dell’avvocato Cipriano CHIANESE nato a Parete (CE) il 20.01.1951,  emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – Sezione Misure di prevenzione.   L’avvocato Chianese, imprenditore nel settore dei rifiuti, si trova già in stato di detenzione domiciliare ed è imputato in procedimenti istruiti dalla DDA di Napoli ed in corso presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere per gravi reati che vanno dall’associazione di stampo camorristico all’illecito smaltimento di rifiuti.

Al prevenuto sono stati confiscati i seguenti beni  in aggiunta agli altri già colpiti con provvedimento dalla stessa A.G:

– villa sita in Sperlonga (LT) alla via  Campo Delle Monache 10, riportato al catasto al  foglio 9 particella 248 sub 2, intestata a MENALE Filomena, moglie CHIANESE Cipriano, per la quota ideale del 40% stimata alla data attuale;

– autovettura MG B targata BJ 853 WP (già “FI 747996”);

– autovettura Bmw targata DJ 756 TY intestata a Menale Filomena (moglie di Chianese Cipriano);

– autovettura targata BMW 525 D tg DX 342 KB , intestata a Lauro Gianluca (genero di Chianese Cipriano);

– autovettura BMW 120 D targata DE 377 WT intestata a Lauro Gianluca.

Inoltre, al Chianese è stata inflitta la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale con l’obbligo di soggiorno nel Comune di residenza, di anni uno e mesi 6 ed il versamento di € 5.000 a titolo cauzionale per l’osservanza  degli obblighi imposti.

L’attuale provvedimento di confisca scaturisce dai sequestri effettuati negli scorsi anni  a seguito della riunione delle proposte avanzate dalla D.I.A. e dalla D.D.A. di Napoli.

La suddetta residua applicazione della sorveglianza speciale di anni uno e mesi 6, deriva dal precedente provvedimento di sequestro beni, emesso in data 12.12.2006, e successivo decreto di confisca beni emesso in data 2 marzo 2008, per la durata di anni tre e mesi sei, con il versamento alla Cassa delle Ammende, a titolo di cauzione, della somma di € 20.000,00.

Nella circostanza, a seguito sempre dalla  proposta inoltrata dal Direttore della D.I.A. al Tribunale di S. Maria C.V. – Sez. Misure di Prevenzione, vennero confiscati i seguenti beni:

–  Totalità delle quote, capitali e beni strumentali all’esercizio della R.E.S.I.T. S.r.l., con sede in Caserta unitamente alle unità locali ubicate

  • in Formia con attività di ristorante, pizzeria e trattenimenti danzanti;
  • sede operativa in Gricignano d’Aversa;
  • stabilimento in Parete in località Ventignano;
  • stabilimento in Giugliano in Campania.

 

– Totalità delle quote, capitali e beni strumentali all’esercizio della GRICIPLAST S.r.l. con sede  in Caserta;

–  Fabbricato con annesso suolo in Parete;

–  Terreno sito in Casagiove (CE);

–  N. 2 appartamenti siti in Roma;

–  N. 2 appartamenti siti in Caserta;

–  Terreno in Parete (CE)

–  Unità immobiliari ubicate in Parete (CE), consistenti in complesso ad uso industriale 0e artigianale, formato da 4 edifici da due piani, realizzati su terreni della soc. MAVIM;

–  N. 1 fabbricato ed un terreno ubicati nel Comune di Sperlonga (LT)

–  Complesso alberghiero sito in Formia alla via litoranea denominato ex albergo Marina di Castellone;

–  Unità immobiliari ubicate in Giugliano in Campania,

–  Beni esistenti presso la Banca Popolare di Ancona– filiale di Aversa:

–       € 5.000.000,00 investiti in titoli al portatore;

–       € 253.441,00 come controvalore di nr. 49211,811 quote di fondo comune;

–       € 4.000.000,00 certificato di deposito al portatore;

–       saldi attivi sui c/c

–  Beni esistenti presso la Banca Intesa – filiale di Caserta:

–       € 4.000.000 quale controvalore titoli

–       saldo attivo sui c/c;

–       € 472.019,00 Polizza assicurativa;

–       € 700.000,00 valore certificato di deposito al portatore

–  Beni esistenti presso l’Istituto S. Paolo Banco di Napoli – Agenzia 4 di Aversa:

–   saldo attivo sui c/c.

 

CURRICULUM CRIMINALE :

Cipriano CHIANESE, avvocato, imprenditore operante nel settore dello smaltimento dei rifiuti, già nel 1993 veniva colpito,  unitamente ad altri 20 imprenditori del settore,  dall’o.c.c. in carcere nr. 171/93 datata 27 marzo 1993 per il reato di cui all’art. 416 bis c.p..

Il procedimento relativo alla citata ordinanza di custodia cautelare riguardava fatti relativi all’illecito traffico di rifiuti nella zona del casertano realizzato dai leader e componenti dell’associazione camorristica “clan dei casalesi”.  Nello specifico, in fase cautelare, si accertava che le organizzazioni criminali dell’area casertana e napoletana avevano favorito le campagne per le consultazioni elettorali politiche ed amministrative del 1987 a favore di politici i quali autorizzavano gli impianti di smaltimento di rifiuti, siti nella provincia di Napoli, a ricevere rifiuti solidi urbani extraregionali in violazione di norme di legge. Il Tribunale di Napoli assolveva il CHIANESE – giudicato con rito abbreviato- e diversi altri presunti camorristi ( che sarebbero  successivamente assurti al vertice dell’organizzazione “dei casalesi”) dall’ imputazione del reato di cui all’art 416 bis c.p.., condannando invece numerosi  imprenditori e politici. Più recentemente, il predetto veniva colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari in data 27.12.2005, ed ancora da provvedimenti di sequestro dei beni poiché indagato del delitto di cui all’art. 416 bis del c.p., per aver sostenuto esternamente l’associazione di tipo mafioso  “dei Casalesi”.

Le indagini di cui al procedimento penale sopra citato, condotte da questo Centro Operativo nell’ambito dell’Operazione “GREEN”, consentivano di acquisire  numerose fonti di prova tratte anche dagli apporti conoscitivi resi da una pluralità di persone, tra cui molti collaboratori di giustizia, le cui informazioni consentivano di  delineare l’esistenza di un lucroso  traffico illecito di rifiuti e relativo smaltimento. In particolare, si accertava  la duplice illecita condotta del CHIANESE sia nella veste di imprenditore, allorquando agiva da intermediario, depositario e smaltitore dei rifiuti illecitamente conferiti, sia nella sua veste di ausiliatore del sodalizio “dei casalesi”, fruendo così di considerevoli ricavi prodotti dai traffici illeciti dei rifiuti smaltiti in modo illecito o incontrollato presso le proprie discariche e  realizzando consistenti profitti attraverso elevati, investimenti patrimoniali, alcuni dei quali concretizzati anche con l’azione intimidatoria di diversi affiliati al clan casertano.

Nelle more di tale procedimento, in data 4.08.2006, veniva, altresì, data esecuzione al decreto di sequestro preventivo emesso in data 29.07.2006 dal Tribunale di Napoli per il reato di cui all’art. 53 bis D.l. 22/97 (traffico illecito di ingenti quantità di rifiuti), concernente l’impianto di una società operante nel settore del trattamento e smaltimento di rifiuti di ogni genere facente capo al Chianese. Tale provvedimento veniva disposto dall’A.G. poiché dalle indagini era emerso che, anni addietro, una società riconducibile al summenzionato CHIANESE aveva  acquistato da diversi proprietari terrieri l’area sulla quale sorge l’opificio in argomento attraverso l’intermediazione dei camorristi DE SIMONE Dario e FERRARA Raffaele, all’epoca capi zona del clan dei casalesi per i Comuni di Trentola Ducenta e Parete.

Per tali vicende giudiziarie sopra elencate, il CHIANESE Cipriano, veniva proposto per la misura di prevenzione personale e patrimoniale emessa poi dal  Tribunale di Santa Maria C.V. – Sezione Misure di Prevenzione -, successivamente divenuta confisca beni con annessa misura di prevenzione personale. Il valore complessivo dei beni confiscati al Cipriano Chianese , ammonta a 82 milioni di euro.

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2 commenti

  1. Anzichè sequestrare i beni di CHIANESE,dovrebbero sequestrare i beni e arrestare tutte le autorità che non intervenivano quando il Chianese sversava 30 tir con autobotte piene di liquidi tutte le notti negli anni OTTANTA; altre dieci, ogni notte le sversava il VASSALLO ,pentito di Cesa, addirittura nei fossati che fiancheggiano la strada asfaltata senza uscita che parte dai TRE PONTI DI GIUGLIANO E FINISCE MORTA IN MEZZO AI CAMPI DI FRONTE ALLA LINEA FERROVIARIA GIUGLIANO- VILLA LITERNO.
    tutti sapevano : i carabinieri, il prefetto, i funzionari della regione, i sindaci di parete ,giugliano, trentola ,casal di principe ,casapesenna,
    aversa,etc.

  2. i beni di chianese non possono essere usati perche provenienti da crimini contro l’umanità: devono essere distrutti.