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Cellole – Compasso interviene dopo la sfiducia e fa trasparire odio e risentimento verso chi ha decretato la sua caduta

Cellole (di Maria Palma Ceraldi) – La decaduta sindaca di Cellole Cristina Compasso affida a Facebook la sua analisi dopo la sfiducia di venerdì 13 novembre. L’odio, il risentimento sono sentimenti che l’ormai ex sindaca non trattiene. “Devi i il mio sorriso a voi, mediocri teatranti e maschere cadute della politica cellolese, in particolare a Te cinico mandante e stratega – scrive Compasso – con un atto di forza mi avete “cacciata” dal Comune, avete tradito la Democrazia e la sovranità del popolo che mi ha eletta Sindaca della mia Cellole. Non avete avuto neanche il coraggio di votarmi la sfiducia in consiglio  comunale alzando la mano contro di me, perché avreste dovuto guardarmi negli occhi e spiegare al Popolo il perché. Avete preferito sancire la fine dell’amministrazione Compasso con un GOLPE, con un atto vile premeditato da tempo e consumato ieri sera nel chiuso di una stanza notarile,  nell’oblio sperduto delle vostre coscienze. Non spegnerete mai questo mio sorriso né la luce  che è in me, né la mia passione politica scevra da logiche di potere e sopraffazione.  Di voi resterà ai posteri il misero ricordo di coloro che  il 13 Dicembre 2019 hanno scritto la  pagina politica e storica più vergognosa di Cellole. E con i festeggiamenti in piazza avete dimostrato il vostro valore e la vostra coerenza pari a zero. Un’ultima parola sui botti sparati in paese e sotto casa della mia mamma  “per la mia cacciata dalla casa comunale”: i botti non autorizzati  si sparano normalmente quando esce un boss dal carcere!! Siete La vergogna di Cellole!! Cellole aveva scelto M la sua sindaca democraticamente! Cellole non meritava questo. Cellole non vi merita. Cellole alza la testa.”. Un post che lasci trasparire che era a impossibile andare a avanti. L’odio è il risentimento regnavano sovrani in municipio. E pensare che chi ha sparato i fuochi sono coloro che l’avevano sostenuta e che avevano sparato anche dopo la sua vittoria. È chiaro che si era arrivati ad un punto di non ritorno. Per amministrare un comune ci vuole serenità ma soprattutto tanta mediazione e dalle parole della Compasso è evidente che  questi sentimenti mancavano

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