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Montesarchio – La tragica storia d’amore  di Maria d’Avalos, Rosso Immaginario, il Cratere di Assteas  e l’antico castello (il video)

Montesarchio – Un tempo era un immenso lago nel quale e intorno al quale vivevano ippopotami, elefanti e rinoceronti. Fu il regno dei Sanniti  che non furono affatto un popolo rozzo e bellicoso, fu, invece, un popolo opulento e colto che amava l’arte. In tempi più recenti venne costruito un poderoso castello e una inespugnabile torre. (guarda il video)
Il Castello fu della famiglia di Maria d’Avalos che andò in sposa ad un principe napoletano troppo amante della musica e della caccia, meno delle donne. Probabilmente, anche per questa ragione lei si innamorò di un giovane. Quando vennero scoperti il marito uccise l’amante della moglie. Maria, allora, si lanciò contro la spada del marito preferendo la morte. (guarda il video)
Proprio all’interno del Castello di Montesarchio, si trova il Museo dedicato alla storia della Valle Caudina e alle testimonianze archeologiche dei centri più importanti: Caudium (Montesarchio), Saticula (Sant’Agata de’ Goti), Telesia (San Salvatore Telesino). Dalla ricostruzione del paesaggio in età preistorica, con l’esposizione di reperti rinvenuti in varie località, all’ampia sezione dedicata al sito di Caudium, l’attuale Montesarchio. (guarda il video)
Di particolare interesse sono i numerosi vasi figurati di produzione attica e italiota – soprattutto crateri – rinvenuti in tombe risalenti al V-IV secolo a.C., tra le opere più importanti è lo splendido Cratere di Assteas. L’ultima parte del percorso di visita è dedicata agli altri due importanti centri del Sannio caudino: Saticula (Sant’Agata dei Goti) e Telesia (S. Salvatore Telesino), di cui si espongono materiali provenienti dalle ricche necropoli. (guarda il video)
Il Castello fu realizzato in epoca normanna, la sua presenza è documentata per la prima volta nello statuto di Federico II del 1241-1246. Della originaria struttura medievale si conservano integre solo le fortificazioni esterne databili all’epoca aragonese e ambienti ipogei utilizzati come cisterne, poi fu oggetto di continui rifacimenti, dall’abbandono come residenza dai d’Avalos, che costruirono un palazzo baronale al centro del paese; alla seconda metà del Cinquecento, quando il castello subì un notevole degrado, fino alla metà dell’Ottocento, in quest’epoca furono costruiti, obliterando gran parte delle preesistenze di epoca medievale, due diversi corpi di fabbrica per la destinazione dell’edificio a prigione del Regno di Napoli, dopo la seconda guerra mondiale, chiuso il carcere borbonico, il castello ospitò un istituto per l’educazione degli orfani “Mater Orphanorum”, attivo fino alla fine degli anni ’80 del secolo scorso. (guarda il video)