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Faicchio / Alvignano – Ucciso e gettato nel Volturno, fu una esecuzione. Verso l’archiviazione del caso

Faicchio / Alvignano –  La testa e il viso incappucciato dal suo stesso maglione, una grossa corda legata nella vita e ancorata ad una zavorra per tenerlo sott’acqua, il collo spezzato. La collana, l’anello ed altri effetti personali non lasciarono spazio ai dubbi: il cadavere rinvenuto nel fiume Volturno era quello di Biagio Di Meo, scomparso da Faicchio (in provincia di Benevento) il 7 aprile del 2008. Era il 13 maggio del 2008. Fu la sua compagna, Beatrice, – qualche mese dopo avrebbe dato alla luce un bambino – a riconoscere gli effetti personali e gli abiti dell’uomo. Impossibile, considerato lo stato avanzato di decomposizione del cadavere – riconoscere il corpo dai tratti somatici.

Fu una esecuzione
Dall’autopsia che il sostituto procuratore Marcella Pizzillo aveva affidato al professore Fernando Panarese era saltato fuori che il 38enne era stato ucciso con un colpo di pistola esploso dall’alto verso il basso, calibro 9. Un solo colpo alla fossa giugulare, vicino alla clavicola, che gli aveva reciso i vasi polmonari. Il   corpo era stato poi   zavorrato da una pietra, legata ad una corda stretta all’altezza dei fianchi, e lanciato nell’acqua. Da almeno due persone.  Tutto lascerebbe pensare ad una vera esecuzione attuata per togliere la vita all’uomo. Oggi, a distanza di 11 anni da quel delitto, il caso è senza soluzione

Verso l’archiviazione
Nelle prossime ore il gip Gelsomina Palmieri potrebbe archiviare il caso come ha chiesto la Procura, oppure proseguire l’indagine, a carico di ignoti, per l’omicidio di Biagio Di Meo, 38 anni.  L’artigiano di Faicchio fu ucciso con un colpo di pistola e poi gettato nel Volturno, dalle cui acque venne recuperato il 13 maggio del 2008.

Il caso:
L’uomo sparì 7 aprile del 2008 quando si allontanò da casa a bordo della sua vettura per svolgere un lavoro. Inviò  un messaggio alla sua compagna – che era in attesa di un bimbo – con cui cuideva di raggiungerlo per portargli un attrezzo.  Quando la donna arrivò sul posto dell’appuntamento, Biagio era svanito. Il fuoristrada era fermo nei pressi dello stabile, con le chiavi inserite nel cruscotto. In serata tardi, considerato il mancato rientro dell’uomo, scattò l’allarme che all’attivazione delle ricerche.  Il 13 maggio del 2008 la svolta: un poliziotto della stradale di Caianello, mentre era sulle rive del fiume Volturno, nel territorio di Alvignano (esattamente in località Selvapiana nel comune di Alvignano, in provincia di Caserta), a pescare, notò un corpo sull’acqua e lanciò l’allarme. Era il corpo di Biagio Di Meo.  Indossava il pantalone di velluto, il maglione a righe di colore rosso scuro e gli stivaletti calzati il giorno in cui era sparito nel nulla. E, poi, l’anello, la collanina ed alcuni braccialetti che portava sempre.

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