Teano / Vairano Patenora – Altro che Unità d’Italia. I comuni di Vairano Patenora e di Teano sono l’esempio più puro e duro del campanilismo. Il 26 ottobre di ogni anno gli amministratori dei due comuni si affannano – sprecando anche risorse pubbliche che potrebbero essere impiegate sicuramente meglio – in una noiosissima e inutile manifestazione per ricordare lo storico incontro fra Vittorio Emanuele – re invasore proveniente dal Piemonte – e il mercenario Giuseppe Garibaldi che riuscì con solo mille uomini e con tantissima corruzione facendosi aprire la strada dalla mafia e della camorra, a sbaragliare un Regno (quello delle due Sicilie) non abituato alla guerra.
I comuni di Teano e Vairano Patenora – ognuno si ritiene padrone dello storico incontro – rivendicano di essere il simbolo dell’Unità d’Italia. Il petto è gonfio di orgoglio il 26 ottobre di ogni anno. In realtà si mostrano come l’emblema del campanilismo, non riuscendo, nemmeno, ad organizzare una manifestazione unitaria. Così si vedono sempre le solite cose: sfilate, discorsi vuoti, bugie storiche ripetute, rievocazioni dell’incontro, sindaci tutti in riga, eleganti. Non si rendono contro che ormai non interessa più a nessuno. Soprattutto non si rendono conto che quell’incontro, quella stretta di mano che cambiò per sempre (purtroppo in negativo) il destino del Sud, è un episodio,una ricorrenza, senza alcun valore per lo Stato Italiano. Non è una opinione.
E’ una certezza dimostrata dall’assenza alle cerimonie di un alto rappresentate dello Stato Italiano, oppure del Governo. Nessuno mai, infatti, è venuto da queste parti per quell’occasione. La ricorrenza della battaglia di Mignano Montelungo, ad esempio, per lo Stato Italiano, vale almeno 1000 volte in più dello storico incontro di Vairano Patenora oppure di Teano. Non è una opinione. Lo dimostrano le ripetute visite a Mignano dei vari presidenti della Repubblica Italiana. A Teano e Vairano, invece, nessuno mai è venuto. Altro che unità simbolo dell’unità della nazione.
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