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Castelforte – Corso tecnico di apicoltura per cercare di salvare l’estinzione

Castelforte (di Francesco Vettone) –  Un ape selvatica su 10 in Europa rischia l’estinzione ed il  genere umano potremmo pagare “caro” il declino. La nascente associazione Arcadia Castelforte cerca di unire l’amore per l’ambiente all’imprenditoria, organizzando un corso tecnico e pratico di apicoltura presso i locali parrocchiali della Chiesa di Santa Maria del Buon Rimedio in Suio Forma di Castelforte. Il corso spiegano gli organi direttivi dell’Arcadia Castelforte sarà gestito da professionisti di comprovata esperienza e capacità professionali che porteranno tutti gli allievi ad avere la necessaria conoscenza e competenza del mondo delle api. L’annuncio di questa nuova offerta formativa ha subito destato interesse fra i ristoratori, affascinati per le molte possibilità d’impiego del “Nettare degli Dei” nel campo culinario e dei gestori delle diverse spa presenti sul territorio, che utilizzano i prodotti dell’apiario quotidianamente per i loro trattamenti estetici. A salutare tutti gli intervenuto oltre al presidente dell’associazione sono stati invitati i padroni di casa ovvero il sindaco di Castelforte ed il presidente della XVII Comunità Montana Monti Aurunci accompagnati dal consigliere con delega all’agricoltura esperto del settore.  Gli organizzatori tengono a sottolineare l’importanza del corso come periodo per conoscere ed apprezzare l’importanza delle api indispensabili per la vita di noi umani. Il corso non ha vincoli di età, è rivolto a tutti potrebbe rivelarsi un’ottima alternativa lavorativa nonché un incremento economico per coloro che già hanno una occupazione, da qui l’intenzione di attivare un indotto che possa portare occupazione mettendo in atto progetti che coinvolgano i cittadini del posto nella produzione del miele in particolar modo quello di agrumi visto la presenza di diversi aranceti autoctoni che in questo modo potranno essere rivalutati. Un ottima occasione formativa che ci riavvicina prima di tutto alla natura e ci insegna a rispettarla per il bene nostro e dell’intera umanità, lo stesso Albert Einstein affermava che: “Se le api scomparissero dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”. Ma se la paura per i nostri figli, e per le nuove generazioni non dovesse bastare vi invito ad una riflessione più poetica e “provate a pensare alla felicità di Dio, quando durante la creazione, ha fatto le prime prove con le api e ha visto gli esagoni perfetti dei favi e il miele luminoso e la vibrazione di migliaia di ali” (Fabrizio Caramagna). La verità è che il mondo non è nostro, lo riceviamo in affido dai nostri padri e abbiamo il dovere di consegnarlo ai nostri figli, amiamolo. L’ape è uno dei principali insetti impollinatori in natura e le 1965 specie censite nel Vecchio Continente sono in declino o addirittura a rischi di estinzione. Principali minacce alla loro sopravvivenza sono agricoltura intensiva e modifica delle pratiche agricole, che hanno portato ad una perdita su vasta scala e al degrado degli habitat delle api. Poi ci sono cambiamenti climatici, con ondate di calore o alluvioni, cementificazione e frequenza degli incendi. «La nostra qualità della vita – e il nostro futuro – dipende dai tanti servizi che la natura ci fornisce gratuitamente» afferma Karmenu Vella, commissario europeo all’Ambiente e Pesca. Le api sono essenziali sia per gli ecosistemi naturali sia per l’agricoltura: il valore del loro ‘servizio’ di impollinazione delle colture si stima ammonti ogni anno a 22 miliardi di euro in Europa, 153 miliardi a livello globale. Eppure continuiamo a far finta di niente, a girare la testa da un’altra parte come oramai il genere umano fa su tutto quello che richiede sacrificio; peggio ancora se qualche “sognatore” armato di buona volontà, comincia una donchisciottiana lotta a difesa della natura, come risultato finisce per ricevere insulti e denigrazione, è il caso di Greta Tumberg. Rispettiamolo e ci regalerà vita e splendore, amiamolo non per scelta ma per dovere.

 

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