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MIGNANO MONTELUNGO – MICHELINA, LA DONNA CHE SFIDO’ L’INVASORE: UCCISA ED ESPOSTA NUDA IN PIAZZA

MIGNANO MONTELUNGO (di Giovanna Lepore) – Domani, venerdì 30 agosto 2019, l’Associazione Museo Historicus celebra il decimo anno della manifestazione ‘Il Campo Dei Briganti’ con un convegno itinerante. Tutto si svolgerà percorrendo le vite dei nostri briganti, andando nei luoghi dove essi vissero e agirono. Nello stesso museo, a fine serata, verrà proiettato il lungometraggio dedicato a Michelina Di Cesare e si potranno degustare prodotti della nostra tradizione locale. Alle ore 17.00 raduno al museo, per poi iniziare alle 17.30 la visita alle case dei briganti Alessandro Pace, Giacomo Ciccone e Michelina Di Cesare. Durante il percorso interverranno: il giornalista, storico e scrittore , esperto di brigantaggio Fernando Riccardi; l’architetto  storico  e ricercatore Maurizio Zambardi; l’ospite d’onore, drammaturga, attrice canadese e ricercatrice storica, che sta scrivendo una commedia su Michelina Di Cesare, Michaela di Cesare. Per le ore 19.00 è previsto l’arrivo alla casa natale della brigantessa Michelina dove saranno presenti i Briganti di Cartore e il presidente dell’associazione “Fonte Vecchia Spoltore (Pescara) Luciano Troiano. Alle 20.00 ci saranno i saluti da parte delle autorità locali e per finire la cena nel giardino  antistante al museo Historicus. Nel 1861 venne realizzata l’unificazione politica d’Italia ma, a questo atto formale, non corrispose  la realizzazione di quel sogno che Alessandro Manzoni aveva sintetizzato nei versi «una d’arme, di lingua, d’altare, di memorie, di sangue e di cor» (Marzo 1821). Per questo tra le  realtà impreviste vi fu senz’altro l’attività dei briganti che, diversamente dai banditi  presenti sul territorio prima e dopo l’Unità, non si consideravano ladri, ma motivavano la loro scelta come lotta contro gli “stranieri” e conquistatori.  In questo scenario troviamo Michelina di Cesare che nacque a Caspoli il 28 ottobre 1841 e morì proprio il 30 agosto del 1868 a Mignano Montelungo. Dopo un’infanzia trascorsa in povertà, conobbe Francesco Guerra soldato borbonico e disertore verso l’esercito italiano, il quale si diede alla macchia aggregandosi alla banda di Rafaniello fino a diventarne capo nel 1861 alla morte di costui. Secondo alcuni, i due si sposarono nella chiesa di Galluccio anche se non c’è registrazione dello sposalizio, ma vi sono alcune testimonianze nelle carte processuali relative all’interrogatorio di Domenico Compagnone, che parla della donna definendola Michelina Guerra moglie di quest’ultimo. Di sicuro è più chiaro il ruolo della donna nella banda, un elemento di spicco e vera capobanda a fianco del suo uomo. Lo stesso Compagnone  nell’interrogatorio aggiunge: La banda è composta in tutto di 21 individui, comprese le due donne che stanno assieme a Fuoco e Guerra, delle quali quella di Guerra è anch’essa armata di fucili a due colpi e di pistola. Della banda [solo] i capi sono armati di fucili a due colpi e di pistole, ad eccezione dei due capi suddetti che tengono il revolvers. La banda di Michelina, talvolta singolarmente, talvolta in unione ad altre note bande locali, si muoveva  nel territorio  di Mignano e tra i paesi del circondario, compiendo assalti, ruberie e sequestri. In particolare si ricorda l’assalto al paese di Galluccio, effettuato con un singolare stratagemma: alcuni briganti si travestirono da carabinieri e finsero di condurre altri briganti nella loro foggia, fintamente catturati. La fine di Michelina fu tragica e documentata da una cruda fotografia.  Fu proprio una spia che fece sorprendere nel sonno Michelina e il suo uomo. La donna venne prima ferita dal medico del Battaglione mentre tentava di fuggire, per poi essere finita da un gruppo di soldati. I loro corpi, messi a nudo, furono esposti nella piazza centrale di Mignano a monito della popolazione locale.

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