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Alife / Piedimonte Matese – Non risponde al citofono, arrestato per evasione: Cesarini ritorna a casa. La lettera della figlia

Alife / Piedimonte Matese – “Mio padre è stato sì un imprenditore, ricordo bene quando da bambina, e non solo, lo vedevo poco, impegnato com’era ad affermarsi, a lavorare e far lavorare. Io e la mia famiglia eravamo così fieri di lui. Sembrano passati secoli da allora e mio papà da secoli non è più un imprenditore, ma un vedovo che da tempo non ha motivo neanche di distrarsi col lavoro o un’azienda che non avrebbe avuto a chi lasciare giacché il mio unico fratello da tempo ci ha lasciato per raggiungere nostra madre. Da quel tempo mio padre meditava di lasciare perdere il suo distrarsi col lavoro e io da anni mi dedico con passione al mio lavoro di persona di scuola. Da anni poi il papà sta sconta do una pena ai domiciliari che non mi sono mai permessa di commentare, ma, come lui, mi sono seduta in attesa che passasse. Da anni dunque il mio papà non è più un noto imprenditore, forse noto sì se tanti rievocassero con sincerità la sua conoscenza, ma imprenditore proprio no.  Il mio papà è un uomo di una certa età, 73 per la precisione, con problemi di salute e agli arresti domiciliari, in attesa di scontare una pena mai commentata. Con dignità, fierezza, ma altrettanta serenità e tristezza si è seduto in attesa che altri decidessero per lui. Ha chiesto e ottenuto che potesse uscire solo per curarsi. In attesa di essere libero di non uscire, o libero di farmi visita o di assistere ad una delle recite scolastiche dei miei figli, o dei loro compleanni, di conoscere i loro amici o di andare a messa. In attesa di tutto da tre anni e mezzo, un pomeriggio, uno solo pomeriggio non ha risposto al citofono.
Ora mio padre che è stato un discreto imprenditore, da anni in attesa di essere ancora un po’ cittadino libero di non uscire, è un evasore, un catturato.  Io che non mai commentato in pubblico l’arresto, le accuse, le sentenze e la pena e con lui mi sono seduta in attesa che tutto finisse prima della vita stessa, vederlo e leggerlo evasore è straziante più di sentirlo accusato per mia figlia ingiustamente.  Certa che tutto si chiarirà, volevo solo sussurrare a me stessa che quel noto imprenditore matesino che un tempo è stato il mio papà, ora è un settantenne malato, orfano di moglie e figlio che con me si è seduto ad attendere giustizia con rispetto di quanto impostogli, per quanto una volta non ha sentito in tempo il citofono di un domicilio in campagna un pomeriggio d’estate.”.
E’ la lettera che Ida Cesarini, figlia di Orlando Cesarini, ha inviato alla nostra redazione per chiarire la vicenda  relativa all’accusa di evasione che la Procura ha rivolto all’anziano genitore. E’ bastato non rispondere al citofono per essere arrestato, è questo il rammarico della donna, nella vita professoressa, che, insieme al padre, sta vivendo la vicenda giudiziaria nella quale è rimasto coinvolto Cesarini

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un commento

  1. I SENTIMENTI: Siamo tutti più forti quando ci sentiamo amati, leggere la lettera della Sig. IDA CESARINI mi ha colpito , in particolare quando si riferisce al rapporto dei figli col Nonno, dove la persona anziana in particolare i Nonni possono davvero fare la differenza nella vita di un nipote dove l’amore incondizionato , la presenza, la tenerezza e sicuramente presente in ogni istante della giornata, i Nonni sono fatti per amare che creano ricordi preziosi nel cuore dei loro nipoti , io sono diventato Nonno da poco prego perchè al più presto tu possa goderti la loro felicità, la loro presenza in ogni momento della giornata.
    Caro Orlando, accadono cose che non ti aspetti dalla vita poi passa un minuto , oppure anni , e poi la vita risponde. Ciao Pasqualino. (FORZA)