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Baia Domizia / Sessa Aurunca – Pista ciclabile Baia Domizia Garigliano, si “festeggia” il 13esimo compleanno dell’opera mai finita

Baia Domizia / Sessa Aurunca (di Carmine Di Resta) – Buon compleanno! Si spengono le 13 candeline di una opera pubblica targata Ente Provincia di Caserta. Lavori iniziati e mai finiti per la costruzione della pista ciclabile che da Baia Domitia centro conduce (doveva) alla Foce del Garigliano. L’ente Parco dopo un sopralluogo bloccò i lavori nel 2007 in quanto la Provincia non aveva ricevuto l’autorizzazione necessaria. Da allora si è in attesa che dalla sede provinciale venga inviato l’incartamento cartaceo mancante o è stato inviato ? Se fosse così i lavori dovevano riprendere, ma così non è. I lavori, fermi da tredici anni, rappresentano per l’immaginario collettivo un altro scandalo di opere pubbliche denominate “cattedrali nel deserto”. Il finanziamento pari a 600 mila euro fu ottenuto mediante i fondi europei in un sito di interesse comunitario. Nonostante ci sia stato qualche flebile tentativo di venire a capo di una situazione kafkianiana, nulla è stato risolto fin d’ora; metà dell’opera è stata realizzata mentre l’altra giace tra la folta erba di Baia Domitia. L’intervento era stato predisposto per collegare Baia Domizia alla foce del Garigliano e per percorrere circa tre chilometri in bici o a piedi, su una pista ciclabile che deve costeggiare anche il fiume comprensiva di illuminazione. Un lavoro per arricchire i pochi servizi esistenti e che doveva avere la funzionalità soprattutto per i turisti che d’estate invadono la città balneare. L’intoppo diplomatico ha fatto innescare le cosiddette trappole di competenze e burocrazia per le quali non se ne viene a capo. La Provincia ha prodotto quanto richiesto dagli uffici del Parco? Nella primavera del 2006 all’Ente Parco fu recapitato il progetto dei lavori a farsi. Il Settore Parco rispose che i pareri preventivi erano di competenza dell’Ente Regione e indicò che occorreva una ulteriore documentazione: “deliberalizzazione di approvazione del progetto esecutivo dalla Provincia; autorizzazione paesistico- ambientale con i relativi riscontri delle Soprintendenze competenti; stralcio planimetrico con l’indicazione della zona in cui ricade l’intervento; dichiarazione di conformità sia delle misure di salvaguardia che della normativa urbanistica vigente”. Furono i vigili urbani che nel novembre del 2006 allertarono il Parco e poi la storia ci porta ai giorni nostri e tra comunicazioni ed incontri il risultato è ancora nullo.

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