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LA SINDROME DI PETER PAN: L’ETERNO UOMO-BAMBINO E LA PAURA DI CRESCERE

La sindrome di Peter Pan è una condizione psicologica non classificata come disturbo mentale, ma rientra nei disturbi da immaturità psicoaffettiva. Come il personaggio fiabesco che si rifiutava di crescere, chi è affetto da questa sintomatologia, in molte situazioni della vita tende ad assumere degli atteggiamenti da bambino o da adolescente, invece di comportarsi da adulto. Il Peter Pan è di solito una persona molto intelligente, affascinante, intraprendente e ben inserita nel lavoro, ma completamente incapace di amare e di coltivare relazioni profonde. Il Peter Pan, proprio come un bambino, è portato a guardare solo al lato divertente e positivo della vita, sfuggendo a quello negativo e alle difficoltà. Per non soffrire, evita le responsabilità, il rischio, le relazioni amorose, cioè tutto cose che si affrontano per crescere. E’ un disturbo che può provocare disagi e sofferenze, sia a chi ne soffre, sia a chi gli sta vicino. Il Peter Pan è come se fosse rimasto nel passato, sentendosi sempre un ragazzino anche quando dovrebbe comportarsi da adulto. Quindi, avendo uno schema emotivo infantile non avrà alcuna capacità di adattamento alle varie fasi evolutive della vita. Sarà difficile per lui adattarsi al ruolo di marito, genitore o nonno, poiché lo schema emotivo che guiderà i suoi comportamenti e le sue reazioni, sarà sempre quello di quando era bambino. Per questo si trova a suo agio solo nelle situazioni in cui può primeggiare (anche sul lavoro) o non deve assumersi nessuna responsabilità (come nelle relazioni sentimentali impegnative). Nel tentativo di evitare la sofferenza degli adulti, questa persona vivrà una sofferenza ancora più grande: il disadattamento alla vita. Tra le varie possibili cause, tale sindrome può essere generata dal contesto relazionale in cui sono cresciuti, ad esempio possono essere vittime di immaturità psicoaffettiva, figli di genitori deboli o depressi, che li hanno amati poco o che erano affetti da una personalità dipendente. Questo non significa che tutti gli uomini che nelle loro esperienze di vita hanno sviluppato deprivazione emotiva ed insicurezze diventeranno dei futuri Peter Pan.

 

Caratteristiche dei “Peter Pan”

  • Evitano di impegnarsi perché credono che l’impegno sia un ostacolo alla loro libertà.
  • Anche se all’esterno si mostrano sicuri, dentro di sé è tutto il contrario.
  • In genere questo tipo di uomini si relaziona con persone più giovani, volendo vivere quella tappa della vita che è già passata.
  • Temono molto la solitudine.
  • Sono persone che si concentrano nel ricevere, nel chiedere e nel criticare più che nel dare o nel fare.
  • Generalmente hanno al proprio fianco un’altra persona che fa fronte a molte delle loro necessità fondamentali, ad esempio una fidanzata o una moglie che faccia le veci della mamma.
  • Sono il centro della propria vita.
  • Sono insoddisfatti di ciò che sono e che hanno, ma non fanno nulla per cambiare la situazione.
  • A prima vista sono persone divertenti e accanto a loro tutto sembra pura gioia di vivere.

 

Come affrontare la sindrome di Peter Pan 

Per risolvere tale disturbo è importante per prima cosa che la persona che ne è affetta riconosca di avere un problema e che il suo atteggiamento non è adeguato rispetto alla sua età. Purtroppo chi soffre di questa sindrome non riconosce la sua errata modalità comportamentale, ma incolpa gli altri di tutto ciò che gli accade. In genere, è necessario un percorso psicologico e una terapia di coppia o familiare, perché il problema non riguarda solo il Peter Pan, dato che chi lo circonda tende a rafforzare involontariamente i comportamenti immaturi della persona interessata. Il modo migliore per far sì che un uomo guarisca da questa sindrome è permettere che affronti la realtà, si assuma le sue responsabilità e le conseguenze della propria condotta.

 

La rubrica di approfondimento su tematiche psicologiche, a cura della Dott.ssa Angela Pagliaro Psicologa, ha l’obiettivo di affrontare argomenti che ci incuriosiscono e su cui vogliamo saperne di più, fornendo spunti di riflessione e quesiti sulla nostra vita. Le informazioni fornite hanno carattere generale e non sono da intendersi come sostitutive di regolare consulenza professionale.

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