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GIOIA SANNITICA – La sua ex lo rifiuta, lui la lancia in un dirupo: arrestato

GIOIA SANNITICA – Perseguita la fidanzata minorenne per due anni, ma dopo l’ennesimo rifiuto la spinge in un torrente tentando di ucciderla. E’ accaduto in provincia di Benevento dove i carabinieri della Stazione di San Salvatore Telesino hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un 23enne di Gioia Sannitica : Davide Orsino. L’indagine, coordinata dal Tribunale di Benevento, è nata in seguito alle numerose denunce presentate dai familiari di una minorenne di 15 anni di Faicchio che, nel 2010, aveva intrapreso una relazione amorosa con l’indagato. Dopo circa un anno, durante il quale il giovane aveva manifestato la sua indole violenta, i genitori imposero alla ragazzina di interrompere il rapporto. Da quel momento, però, il ragazzo aveva iniziato un’incessante attività persecutoria sfidando chiunque fosse da intralcio alla sua relazione morbosa. Dopo due anni di reiterate minacce, sia verbali che via sms, i genitori della minore, per paura, decisero di traferirsi a Faicchio. Circostanza che non ha fermato il giovane che, il 28 gennaio scorso, chiese alla ragazza l’ennesimo incontro chiarificatore. In quell’occasione la 15enne fu costretta a salire sull’auto del giovane e, dopo essere stata condotta ai margini di una scarpata, nei pressi del torrente Titerno della località Caldaie di Faicchio, fu spinta nell’acqua procurandosi la frattura di due vertebre e lesioni varie guaribili in 30 giorni. Oggi il 23enne è stato arrestato per i reati di stalking, violenza sessuale, sequestro di persona e tentato omicidio.

I fatti raccontati dalla madre della vittima –  Oltre dieci denunce in un anno per maltrattamenti. Mai una misura restrittiva nei confronti del presunto aggressore. I genitori di una minorenne di Faicchio vogliono giustizia. Secondo quanto contenuto nell’ultima querela in ordine di tempo, sporta  dalla mamma di Jessica, un 25enne di Gioia Sannitica si sarebbe recato a casa della minore prelevandola e portandola in una località nei pressi di un fiume. Successivamente l’avrebbe spinta in un dirupo e sarebbe poi scappato via omettendo di soccorrere la vittima. Alla base del gesto – sempre secondo quanto dichiarato dalla signora ai carabinieri – l’ennesimo rifiuto da parte della figlia Jessica al giovane col quale in precedenza avrebbe avuto una relazione amorosa durata qualche mese. Relazione successivamente troncata proprio per volontà della ragazza. Jessica, con le sue forze, sarebbe riuscita a risalire in superficie. A quel punto, avrebbe voluto chiamare i suoi genitori per avvisarli dell’accaduto, ma si sarebbe accorta di non avere più con sé il cellulare. Così, con non poca fatica, si sarebbe incamminata e avrebbe iniziato ad invocare aiuto a gran voce. Per sua fortuna, alcuni passanti l’avrebbero notata e le avrebbero immediatamente prestato soccorso. L’adolescente sarebbe poi riuscita finalmente a contattare la mamma. Poco dopo, veniva accompagnata dal genitore presso l’ospedale di Piedimonte Matese dove tutt’ora è ricoverata. Jessica è stata relativamente fortunata visto che è riuscita a cavarsela con poco a fronte del rischio che ha corso. Ha infatti riportato “soltanto” la lesione di alcune vertebre. Già in passato, il 25enne si era beccato altre querele per minacce e maltrattamenti nei confronti dell’ex fiamma.  Jessica è costretta a restare immobile in un letto d’ospedale con una prognosi di circa un mese.

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