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foto di repertorio

Biella / Isernia / Rocchetta a Volturno – Aveva un tumore al rene, ma gli fu tolta la milza: due medici sotto processo

Biella / Isernia / Rocchetta a Volturno – Ieri, 13 marzo, davanti al GIP del Tribunale di Biella Pisano si è tenuta l’udienza preliminare del processo relativo al decesso presso l’Ospedale di Ponderano di Daniele Skerletic, all’epoca dei fatti quarantenne, di Rocchetta a Volturno. I fatti risalgono al giugno del  2006 quando Daniele, affetto da un tumore al rene (come si appurerà solo dopo l’intervento), viene trasferito all’Ospedale di Ponderano dall’Ospedale di Vasto ove era degente. Il giovane doveva essere sottoposto ad un intervento di asportazione del rene sinistro. Accadeva, pero’, che invece del rene veniva asportata la milza del giovane isernino. L’errata manovra operatoria determinava la necessita’ di un doppio intervento chirurgico d’urgenza che determinava la morte di Daniele Skerletic.
Sul banco degli imputati il primario del reparto di urololgia del nosocomio biellese, Stefano Zaramella ed il chirurgo Paolo Pramaggiore che intervenne ad intervento chirurgico gia’ iniziato allorquando la situazione comincio’ a complicarsi.  La Procura biellese contesta al Zaramella, oltre al fatto di aver asportato un organo sano (la milza), invece di quello che andava effettivamente asportato, di non aver fatto precedere l’intervento dai necessari esami diagnostici, in primis la cistoscopia (esame proposto in sede di visita collegiale del paziente al suo arrivo in reparto) che avrebbe consentito di escludere l’opzione chirurgica perche’ avrebbe rivelato la presenza di una neoplasia maligna della vescica talmente estesa da essere fuoriuscita dalle sede originaria ed al Pramaggiore di procedere a resezione e contestuale anastomosi del sigma senza effettuare una temporanea canalizzazione, il che comporterà uno stato settico del paziente e la conseguente necessita’ di due interventi chirurgici d’urgenza al quale Daniele non sopravvievera’. Le indagini condotte dal P. M. Dott. ssa Mariaserena Iozzo hanno poi consentito di appurare che lo Zaramella,avendo appreso succerssivamente di aver asportato la milza anziche’ il rene sinistro, avrebbe manomesso il registro operatorio e l’atto operatorio in questione formando un nuovo atto operatorio in sostiuzione del precedente aggiungendoci la dsicitura non consentita di “atto operatorio provvisorio” e, poi, di “atto operatorio definitivo alla luce del referto istologico” nel quale veniva fornita una descrizione del tutto diversa dell’intervento eseguito.
Per questo fatto il P.M. ha formulato anche. l’accusa di falso ideologico nei confronti del primario. Sempre nel corso delle indagini, che vedevano disposte anche delle intercettazioni, emergeva che in numerosi interventi chirurgici svoltisi nei successivi mesi di luglio, agoso e settembre 2016 risultava presente in sala operatorio la Dott. ssa Luisa Zenga, in realta’ all’epoca ancora specializzanda in urologia e non ancora dipendente di quell’Ospedale e, quindi, non autorizzata a entrare nelle Sale Operatorie, mentre risultavano presenti quale secondo operatore, oltre il primario, i Dottori Elena Ciani o Sabino Quaranta, urologi in servizio al reparto, in realta’ assenti agli interventi,. Di qui la contestazione di falso ideologico anche nei confronti dei predetti sanitari. Stamarttina si sono costituiti parti civili i genitori di Daniele Skerletic, Emilio Skerletic ed Annamaria Raddi ed i suoi fratelli Dario e Samira Omaha, tutti assistiti dall’Avv. Fabrizio Zarone. Il GIP Dott.  ssa Pisano ha ammesso gli atti di costituzione di parte civile depositati dall’Avv. Fabrizio Zarone nell’interesse del suo assistito ed ha rinviato al prossimo 15 aprile per decidere sulla richiesta di citazione quale responsabile civile dell’Asl di Biella e per dirimere la questione sollevata da alcuni difensori circa l’utilizzabilita’ di alcune intercettazione che riguarderebbero fatti e persone estranee al processo. Nel collegio difensivo degli imputati vi sono gli avvocati Guido Fracchia, Mauro Roncò e Carlo Blengino del foro di Torino, nonche’ g;li avvocati Domenico D’uso e Carlo Boggiomarzet del foro di Biella.

 

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