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Sparanise – Scandalo in municipio, il giudice su Martiello: personalità negativa con assoluta mancanza di scrupoli

Sparanise – Il sindaco Salvatore Martiello ha una personalità negativa con assoluta mancanza di scrupoli, mostrata dallo stesso nell’attuare i suoi propositi delittuosi”. Lo scrive il giudice per le indagini preliminari che ha spiegato bene, all’interno dell’ordinanza da lui stesso firmata, le ragioni che hanno reso necessario l’arresto del sindaco Salvatore Martiello. Il giudice traccia anche un quadro chiaro del modus operandi di Martiello: superbia e determinazione nell’inseguire l’obiettivo.
“La protervia e determinazione che l’odierno indagato (il sindaco Salvatore Martiello) ha dimostrato  nel portare a termine il suo intento delittuoso – si legge nell’ordinanza – nonché la sua capacità di influenzare le scelte amministrative del Comune di Sparanise, non lasciano alcun dubbio sulla sussistenza di esigenze cautelari. Infatti – scrive il giudice –  il contesto criminale disvelato dall’attività d ‘indagine comporta che non si  possa minimamente dubitare della sussistenza di un concreto e reale rischio  di  condotte  recidi vanti  a carico dell’indagato, anche in considerazione della massima carica politica di cui è titolare all’’attualità. Né a diverse conclusioni può pervenirsi sulla scorta del dato della sua incensuratezza, dovendosi aderire al prevalente orientamento giurisprudenziale secondo cui essa costituisce condizione che di per sé non esclude di certo i l pericolo di reiterazione del reato, in presenza di comprovate circostanze  che attestino  una  costante  ripetizione  della  condotta  delittuosa Ad avviso, poi, di questo Giudice – si legge sempre nell’ordinanza – sussiste anche un concreto ed attuale pericolo di inquinamento probatorio, tenuto conto della concreta condotta dell’indagato e dello stato delle indagini. Occorre infatti rilevare che le indagini sono ancora in fase di svolgimento, dovendo gli inquirenti procedere ancora alla verosimile escussione dei dipendenti comunali coinvolti nella gestione delle scelte amministrative inerenti le procedure oggetto dell’imputazione. Appare, pertanto, fondato il pericolo per l’acquisizione e la genuinità delle prove – conclude il giudice – tenuto conto della complessiva condotta dell’indagato e della sua  capacità (evinta dal complesso delle indagini) di esercitare pressioni sui potenziali testimoni. Si impone, dunque, l’applicazione di una misura coercitiva nei confronti dell’indagato che risulti idonea ad evitare il pericolo d i reiterazione dei medesimi reati e di inquinamento probatorio”. Inoltre, la personalità negativa dell’indagato e l’assoluta mancanza di scrupoli mostrata dallo stesso nell’attuare i suoi propositi delittuosi, riteniamo che l’unica misura  cautelare ad apparire idonea sia quella richiesta dal P.M. (arresti domiciliari).

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un commento

  1. Complimenti a questo giornale che ci sta facendo conoscere delle realtà inaspettate dell, attuale amministrazione comunale. Sarebbe interessante conoscere il giornalista autore di tante scoperte , per rendergli onore della sua puntualità nel portare a conoscenza dei lettori di cotanta verita’.