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Vairano Patenora – VERGOGNA! Abbazia della Ferrara si sbriciola, scatta il sequestro. La grande sconfitta della politica.

Vairano Patenora – L’Abbazia della Ferrara si sbriciola, la cappella di Malgerio Sorel collassa. L’affresco – unico al mondo – che ritrae il papa Celestino V  (il papa del gran rifiuto)  quando era ancora frate, potrebbe sgretolarsi e perdersi per sempre. In questi minuti i carabinieri della stazione di Vairano Scalo, guidati dal maresciallo Palazzo, stanno sigillando l’area. Un sequestro necessario per la sicurezza. E’ la sconfitta della politica, di qualsiasi ordine  e grado. E’ la conferma che la politica, le amministrazioni comunali, provinciali e regionali, non sanno e non vogliono risolvere i problemi. L’amministrazione guidata dal sindaco Bartolomeo Cantelmo è la prima a finire sotto accusa. Ma anche quelle precedenti – a guida Giovanni Robbio e MassimoVisco – hanno lo stesso grado di responsabilità. Tutte si sono distinte per immobilismo e incapacità.
E poi ci sono le responsabilità della famiglia Russo che afferma di essere proprietaria della struttura. Eppure l’Abbazia della Ferrara è un autentico gioiello. In qualunque paese la mondo sarebbe sorvegliata dalle forze armate. A Vairano Patenora, invece, è sopraffatta della vegetazione, ricovero per animali selvatici, in balia degli elementi della natura. E nessuno muove un dito.

La storia dell’Abbbazia
Fondata nel 1171 o poco più tardi, è la prima abbazia cistercense costruita nel Regno di Napoli e precede tutte le case degli Ordini Benedettini riformati, ospedalieri e  militari del Regno (Gerosolimitani, Teutonici, Templari, Altopascio, Trinitari etc). E’ il primo ed unico impianto sicuramente databile di Gotico Severo nel Regno di Napoli  e precede di quasi un secolo l’avvento del Gotico angioino.   Beneficata dai Re Normanni l’Abbazia fu fucina di monaci-architetti, portatori di nuove ardite concezioni, alla quale attinse l’Imperatore Federico II, che ne trasse “costruttori di castelli” e Maestri di greggi” come narra la  Cronaca dell’Abbazia.
L’Abbazia è legata allo Stupor Mundi visto che l’Imperatore Federico II vi dimorò due volte con la sua corte, una delle quali col Re di Gerusalemme Gualtieri di Brienne, ne trasse e fece suo falconiere Malgerio Sorel, Signore Normanno, che poi qui prese i voti.  L’Abbazia fu visitata da Gioacchino da Fiore nel suo viaggio dalla Calabria a Casamari e certo ne accolse la sua dottrina sulla Spirito Santo che ispirò poi Pietro di Angelerio degli Angeleri che alla Ferrara compì il noviziato e prese i voti, conosciuto poi come Pietro del Morrone divenne Papa Celestino V, rinunciò al Soglio per poi salire alla gloria degli altari come S. Pietro Celestino.   La Cronaca dell’Abbazia è la prima che menziona in Europa la leggenda dell’Ebreo Errante e narra molte vicende medievali del Sud sicché l’Abbazia è un sito unico per la cultura del Medioevo Europeo, del Regno dei Napoli e del Gotico.
Caduta prima in commenda e poi espropriata, ai primi dell’Ottocento fu concessa a livello dal Comune di Vairano, divenuto proprietario dopo la confisca, poi ridotta ad azienda agricola ed abbandonata è oggi in  progressiva gravissima  rovina.  Il pericolo di crollo minaccia anche la Cappella dello Spirito Santo, o di Malgerio Sorel.  Questa ha conservato sino ad oggi un affresco di fine 1200 della Madonna tra i Santi Pietro e  Paolo, scene  con l’ascesa dell’anima del defunto Malgerio Sorel, nobile normanno che si fece monaco e lasciò all’Abbazia i suoi feudi come narra un rarissimo scritto in caratteri gotici ed in prosa ritmica, sottostante il dipinto, che ha tramandato la genesi del monumento. Sotto lo stesso  è la scena del funerale di Malgerio che lo rappresenta sul catafalco durante la benedizione e l’affido agli Angeli, attorniato dai confratelli cistercensi ed anche da monaci celestini, tra i quali Pietro del Morrone il futuro Celestino V.  Solo il puntellamento, eseguito prudenzialmente dal Comune di Vairano Patenora nel 2011 per consentire alla Banca Capasso Spa, di restaurare l’affresco, ha consentito alla cappella di Malgerio Sorel di sopravvivere allo scuotimento dei recenti terremoti matesini che ha danneggiato persino edifici illesi.
Il sisma del 29 dicembre 2013 il cui epicentro è poco distante, (circa 21 km) ha gravemente peggiorato le lesioni di pareti e volte, al punto che le pareti sud e nord, ormai staccate da quelle est ed ovest,  sono  oggi a rischio di collasso.  È lesionata la volta che regge il pavimento della cappella ed è al limite del collasso la volta a vele che la sovrasta e la cui chiave è ormai visibilmente scollegata dai costoloni, assai precariamente sorretta  da puntelli, ed in  precario equilibrio.
Anche l’abside, unica parte integralmente superstite della chiesa abbadiale, in caso di crollo coinvolgerebbe nel disastro la Cappella.  Per tali motivi la cappella di Malgerio Sorel, monumento pressoché unico in Italia è prossima allo sgretolamento.
Nonostante prestigiosi studi Ottocenteschi del Federici, del Canonico Jannelli, seguiti nel 900 da quelli ‘900 dello Scandone  e recenti convegni e pubblicazioni curate dal Centro Studi a partire dal 2005 e nonostante il vincolo ministeriale il pericolo della distruzione della cappella di Malgerio Sorel e l’abbandono alla totale rovina della Abbazia sono ad oggi da nessuno contrastati e si tradurrebbero in un immane  disastro per la storia dell’architettura, della religiosità, dell’arte e della cultura italiana ed europea.

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