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SPARANISE – Eccidio nazista, tolto il segreto sui lavori della commissione: spiraglio di luce per conoscere il nome del boia

SPARANISE – Eccidio nazista a Sparanise,  Eccidio nazista, la Camera toglie il segreto sui lavori della commissione: passo avanti per conoscere il nome del boia. Nel 1973, in occasione del 30° anniversario dell’eccidio nazista a Sparanise, che provoco’ la morte di 35 nostri inermi concittadini, il gruppo teatrale della Compagnia dei Giovani, con la regia di Vitaliano Ranucci, rappresentò il dramma “Quel tragico 22 ottobre del ‘43”, ricostruendo teatralmente i fatti accaduti ed emersi dalle numerose ricerche e testimonianze raccolte. Come autori dell’opera non svolgemmo un’analisi storica sulle responsabilita’ politiche della guerra, ne’ volemmo muovere accuse al regime fascista, che pure aveva pesantemente collaborato con l’alleato nazista: non volemmo, insomma, fare gli “storici” ma, piuttosto, i cronisti, scegliendo di privilegiare il racconto dei parenti e dei sopravvissuti a quel mostruoso atto di guerra che nessun conflitto, pur sanguinoso, avrebbe mai potuto giustificare. Successivamente, pero’, in seguito ad alcuni avvenimenti, come quello rappresentato del processo svolto a S.Maria C.V. (CE) nel 1994 contro il “boia di Caiazzo”, Wolfang Lehing-Emden, l’ufficiale tedesco autore di una strage di 22 persone, in maggioranza donne e bambini caiatini, avvenuto in quella citta’ la notte del 13 ottobre del 1943 (il processo fu “platonico” in assenza del colpevole gia’ processato a Colonia e mandato assolto per prescrizione del reato!) ci interessammo piu’ approfonditamente a quello che era successo nella nostra zona in quel periodo di massacri per eventualmente risalire ai responsabili dell’eccidio sparanisano. Eravamo, infatti, venuti a conoscenza dell’esistenza di un armadio, rinvenuto in quello stesso anno (1994) in un palazzo di Roma, sede di vari organi giudiziari militari, in cui erano contenuti numerosi fascicoli d’inchiesta e un Registro Generale riportante numerosissime notizie di reato relative a crimini di guerra commessi sul territorio italiano durante l’occupazione nazifascista. I fascicoli riguardavano le tante stragi compiute dai Tedeschi in ritirata , fra le quali l’eccidio di Sant’Anna di Stazzema, l’eccidio delle Fosse Ardeatine nazista, l’eccidio di Monte Sole (piu’ noto come strage di Marzabotto, col quale Sparanise si gemello’nel 1974 in occasione della posa del monumento in onore dei morti di Sparanise del 22 ottobre), di Monchio, di Lero, gli eccidi dell’alto Reno e, sicuramente, tutti quelli del nostro territorio (nel casertano, oltre a Sparanise e Caiazzo furono commesse atrocita’ anche a Teano, Teverola, Capua, Bellona, Vitulazio, Mondragone, Alvignano e in numerosissimi altri centri). Dopo il ritrovamento dei fascicoli – che contenevano i nomi dei responsabili nazisti, frutto della raccolta delle testimonianze e dei risultati dei primi accertamenti sui casi delle violenze perpetrate a danno della popolazione civile – nascosti in un armadio con le ante rivolte verso il muro per occultarne il contenuto, chiamato, poi, per questo motivo, “ armadio della vergogna”, si cerco’ di analizzare le cause che avevano fermato i processi ai responsabili di quelle stragi. Il Consiglio della Magistratura Militare con una relazione finale nel 1999 e poi la Commissione Giustizia della Camera dei Deputati nel 2001 ravvisarono nella gestione dei fascicoli delle anomalie, spiegate da entrambi gli organi con presumibili pressioni della politica per impedire l’azione giudiziari contro i responsabili tedeschi <<per motivi di opportunita’ politica, in un certo senso una superiore ragione di stato>>. A seguito di questi accadimenti, cercammo notizie piu’ dettagliate presso la di S. Maria C.V., dove si era svolto il processo-bis di Caiazzo, non ricevendo, purtroppo, notizie utili per conoscere i responsabili della strage di Sparanise, o avere una conferma all’ipotesi prospettata che il comandante della guarnigione di Caiazzo fosse stato lo stesso di quella di Sparanise. Tutto allora sarebbe restato avvolto nel mistero? Mai si sarebbe saputo chi fu la belva che ordino’ il massacro?. La ragione di stato evocata potrebbe anche essere una giustificazione ( meglio, comunque, chiamarla un pretesto) per non aprire vecchie ferite e mantenere buoni rapporti con i nostri attuali amici Tedeschi, ma tutto cio’ non renderebbe giustizia alla nostra comunita’ che seppe dignitosamente, coraggiosamente ed eroicamente opporsi alla violenza cieca dei nazisti pagando un alto prezzo di sangue. Fortunatamente, nel 2016, mantenendo una sua promessa, la Camera dei Deputati ha desecretato 13.000 carte riguardanti i lavori della “Commissione parlamentare d’inchiesta sulle cause dell’occultamento di fascicoli relativi a crimini nazifascisti” mettendo l’inventario sul sito del proprio Archivio Storico e creando, in tal modo, la possibilita’ di richiedere direttamente la consultazione della documentazione e riceverne copia digitale. Questo apre, finalmente, la possibilita’ di conoscere, a distanza di circa 75 anni, il nome del “boia di Sparanise”. Siamo convinti che, anche se sono trascorsi tanti anni, Sparanise vuole conoscere la verita’. Non puo’ perdonare il boia nazista che semino’ terrore e sangue nella nostra citta’; non c’e’ odio, non c’e’ vendetta (anche perche’ il responsabile e’ sicuramente morto) ma sete di giustizia sì. Sara’ certamente difficile aprire una “Norimberga italiana”, che veda, cioe’, dopo tanti anni, un processo contro quei criminali, ma è senz’altro necessario che le responabilita’ emergano e che quella tragedia non venga mai dimenticata dalle giovani generazioni, che proprio col sacrificio di quei morti hanno potuto godere di condizioni di vita più libere e democratiche e di una patria migliore.

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