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Roccaromana – Polemica davanti alla scuola, le ragioni di Pappalardo

Roccaromana – Alfredo Pappalardo, l’ex dirigente scolastico, protagonista di una discussione fuori dalla scuola, con l’assessore alla pubblica istruzione del comune di Roccaromana, ha inviato una lettera alla nostra redazione per precisare la propria posizione in merito alla vicenda:
“Lei, Egregio Assessore Pelosi, con la sua dichiarazione si è arrampicato sugli specchi, raccontando una versione dei fatti accaduti presso la scuola media di Roccaromana chiaramente non veritiera.
Lei, Assessore, nella sua dichiarazione a Paese news, scrive di non aver impartito alcun ordine al personale scolastico, “Non ho dettato ordine alcuno. Ho chiesto solo, ai bidelli, di chiudere i cancelli e permettere l’ingresso solo alle persone autorizzate”, ebbene su questo sarà lo stesso personale, eventualmente, a doverlo e poterlo smentire.
Io invece posso smentirlo per quanto riguarda quel che Lei ha fatto e detto in mia presenza.
Quando sono entrato nello spiazzo antistante le scalinate che portano all’ingresso dell’edificio scolastico, stavo accompagnando il bambino con il suo carico di libri, Lei Assessore Pelosi  rivolgendosi alla collaboratrice scolastica: “oltre il cancello non deve entrare nessuno”. Portatosi al mio fianco, mi intimava di uscire fuori dal cancello, nella strada , e mi gridava: “lei non deve entrare oltre il cancello”.
Lei, Assessore, scrive nella sua dichiarazione l’ho fatto “come genitore, per tutelare maggiormente la sicurezza dei bambini “ come “ padre di due bambini”, quindi, per tutelare la sicurezza dei suoi figli (devo presupporre da me che ero il solo, in quel momento, oltre Lei ad essere entrato nel piazzale?) Lei è intervenuto con immediatezza per la loro sicurezza, e non ha minimamente pensato, eppur afferma di sapere “benissimo che spetta al dirigente scolastico regolare l’afflusso all’entrata”, giustamente, la presenza di questo probabile delinquente che accompagna un bambino lo ha spinto ad un intervento immediato.
Assessore, Lei sì che merita una medaglia al valore civile!!
La realtà è che lei Assessore, come padre di due alunni, come ogni altro genitore, se avesse voluto regole per meglio tutelare la sicurezza dei suoi figli, e dei bambini in generale avrebbe dovuto rivolgersi al Dirigente scolastico e non dare ordini e intimare nei confronti di chicchessia.
Assessore, certamente, non è convincente la Sua spiegazione “per tutelare la sicurezza dei bambini” perché sorgerebbe spontanea la domanda, ma salvaguardare da chi? Dal prof. Pappalardo, Dirigente scolastico in pensione, persona conosciuta e rispettabile, conosciuta bene anche da lei, dalla sua famiglia e dai suoi figli? Quindi? Dove stava l’urgenza del suo intervento? Per cui si è sentito in dovere di sostituirsi al Dirigente Scolastico? E, Lei, Assessore, dentro i locali della scuola, che ci sta a fare? Svolgeva il ruolo di padre? Di Assessore?  Oppure di ronda volontaria?
Non tralascio l’aggravante che Lei, oltre a conoscermi, a conoscere la mia compagna che era qualche metro dietro di me!
Diciamola tutta la verità.
Siccome la mia compagna, prof.ssa Vittoria Longo, (presente qualche metro dietro di me) madre del bambino che accompagnavo fino ai gradini dello spiazzo antistante la scuola, non dentro l’edificio, aveva pubblicato un nota assai pungente sull’operato Suo e dell’amministrazione di cui fa parte, sui libri di testo e sul suo intervento (il lupo non perde né il pelo nè il vizio) volto a far usare libri non in adozione, dal titolo “LA SCUOLA E’ UNA COSA SERIA – LETTERA APERTA ALL’ASSESSORE DOTT. Nicola Pelosi”; lei, l’Assessore, doveva farci pagare il ns gesto di lesa maestà?
Eppure Lei, Assessore, ci conosceva bene, sapeva che già avevamo subito altre vigliacche forme di intimidazione, da altri che avevano bruciato la macchina della mia compagna dentro il cancello del giardino di casa, (sono ancora in corso le indagini della magistratura), intimidazioni che non ci hanno certo piegati. Lei, sapeva, ma non ci avrà fatto caso; sapeva anche e bene che io sono un Dirigente scolastico in pensione, che ho presieduto la commissione antimafia nella scuola per anni, e che conosco le norme.
Lei si è trovato di fronte a me che non solo non indietreggiavo dinanzi alla sua imperiosa intimazione, ma le chiedevo con fermezza a che titolo Lei mi intimasse di non entrare e impartisse l’ordine di chiudere il cancello della strada, Lei mi ha risposto: “io sono l’Assessore alla pubblica istruzione.”
La mia risposta non si è fatta attendere: “lei qui a scuola non è nessuno, vada a fare l’assessore al comune e non si permetta più…
Lei, Assessore, avvicinando il suo viso al mio, in dialetto e usando il tu, mi apostrofava: “tu si u’ nonno?” e ancora,  mi chiedeva di mostrarLe la delega ad accompagnare il bambino.
Vede l’offesa non è nel dirmi nonno, ma nel dirmelo con l’intento offensivo, visto che mi conosce e sa i rapporti con il bambino e con la madre. Lo ha capito almeno questo?
Comunque, Lei Assessore Pelosi non può abusare del suo ruolo politico, né in nome di esso volutamente offendere e intimidire. In qualunque altra cittadina, le conseguenze logiche del suo atto  avrebbe comportato o il suo allontanamento immediato dall’amministrazione o le sue dignitose dimissioni con ogni futura conseguenza.
Ha, comunque, tempo per riflettere, Lei e l’Amministrazione comunale di cui fa parte.
Tutto quello che ho scritto è sempre documentabile, in ogni caso sono sempre pronto ad un pubblico contradditorio, nella sede che Ella vorrà individuare.

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