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CASERTA – Medjugorje e camorra, tra racket sugli alberghi e prete possibile vittima di lupara bianca: si muove la Procura

CASERTA – Medjugorje e camorra. Un binomio che mette i brividi. Eppure un nesso c’è. Tra racket sugli albergi, prete scomparso e possibile vittima di lupara bianca e vendita di merce contraffatta nelle vie dei pellegrinaggi, su Medjogorie si inizia a scavare nel torbido. Lo starebbe già da qualche tempo facendo la procura sammaritana. Anche sul fronte religioso, c’è chi inizia a parlare senza peli sulla lingua. Durante la celebrazione di una messa nella cappella dell’aeroporto di Varsavia, è stato l’arcivescovo Henryk Hosernel, inviato di papa Francesco a Medjugorje a tuonare: “Un altro posto dove c’è una lotta sempre più agguerrita tra il bene e il male è Medjugorie” avrebbe detto l’inviato di papa Francesco, che ha continuato: “A causa del massiccio afflusso di pellegrini, questo posto è penetrato dalle mafie, tra cui quelle del Napoletano, che conta sui profitti”. Un’omelia pronunciata poco prima di partire per Medjugorje, dove resterà per effettuare indagini sul fenomeno delle apparizioni mariane. Su tale fenomeno, almeno nella sfera commerciale, ci sono da tempo gli occhi della Procura di Santa Maria Capua Vetere, impegnata in diverse indagini partite dall’esorcista Michele Barone, arrestato per abusi su minori. Il prete era legato al cardinale Liberio Andreatta, che un anno fa è stato sostituito come amministratore delegato dell’Opera Romana dei Pellegrinaggi. Per lungo tempo, Michele Barone, cugino omonimo di un ex camorrista del clan Zagaria, ha organizzato viaggi verso Medjugorie. La Guardia di Finanza, indagando sul suo conto, starebbe raccogliendo elementi che dimostrerebbero il business della Camorra sui pellegrinaggi a Medjugorje. Le attività criminali  riguarderebbero la merce contraffatta in vendita lungo le strade affollate quotidianamente da migliaia di pellegrini e le guide abusive. Per non parlare poi della questione alberghi: per la precisione tre strutture recettive presso le quali tutti i pellegrini sarebbero indirizzati. Ad ogni modo, il grosso del business sarebbe nelle mani dei gruppi camorristici di Napoli. Solo marginalmente riguarderebbe il Clan dei Casalesi.

La vicenda del prete scomparso

A rendere tutto ancora più fosco, lo spettro delle tante sparizioni di pellegrini avvenute in Bosnia Erzegovina. Su tutte, quella del sacerdote missionario Luciano Ciciarelli, sparito il 2 agosto del 2015. Uscì dall’albergo portando con sé il suo cellulare. Poi svanì nel nulla. Iniziarono subito le ricerche, anche con l’ausilio di elicotteri. Ma del sacerdote neanche l’ombra. Per le autorità bosniache il caso è chiuso. Eppure c’è chi non se ne fa una ragione. Come la famiglia del prete che cerca ancora una verità che sembra proprio non voler venire a galla. Padre Ciciarelli stava trattando per la donazione di un terreno ai piedi della collina dove le veggenti sostengono di vedere Maria. Il costo era di 800mila euro. L’operazione chiaramente non fu mai portata a compimento.

 

 

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