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E-commerce in Italia: un comparto in costante crescita

Un settore che continua a macinare utili e generare introiti quello dell’e-commerce in Italia. Una costante ascesa figlia dell’evoluzione delle tecnologie multimediali e che tra spunto dal cambio di filosofia per quanto riguarda il mondo delle vendite cui si è assistito da qualche anno.
Oggi le attività commerciali tendono sempre più a delocalizzare in rete di pari passo con quanto la crisi ha causato in termini negativi: quasi 65mila attività fisiche chiuse dal 2008 ad oggi, dato negativo che trova il suo contraltare nella crescita esponenziale di consumatori online. Un cambio di abitudini dettato anche dalla convenienza visto che, come noto, sul web tutto è più rapido e soprattutto economico. Ecco allora che il settore dell’e-commerce in Italia vale ora circa 24 miliardi di euro con una crescita su base annua del 19%.
A cosa di deve questo successo? Principalmente a quanto detto sopra, ovvero all’esperienza di acquisto in rete che oggi è facilitata dalle nuove tecnologie. Si pensi all’uso, spesso esasperato, degli smartphone ed alla conseguente possibilità di effettuare acquisti in qualsiasi momento della giornata e in qualunque luogo con un semplice click.
L’esempio più lampante è dato dai marketplace, su tutti Amazon che è probabilmente il più famoso al mondo. Oggi mettersi in proprio ed iniziare a vendere in rete è diventato estremamente facile fermi restando i meccanismi di tutela che vengono attuati dal gigante delle compravendite, sia in tema di protezione marchi che di pagamenti, anche se per quanto riguarda la tutela del proprio brand è sempre bene rivolgersi al proprio legale di fiducia, perché la legge italiana offre più tutele della normativa della creatura di Jeff Bezos, dunque un legale è la scelta giusta per tutelare il proprio brand su Amazon. Di recente, poi, è sbarcato in Italia Amazon Business, basato su una piattaforma il cui obiettivo è quello di venire incontro alle esigenze di aziende di qualsiasi dimensione.
Risultato di questo, tantissimi negozi al dettaglio decidono di sperimentare la possibilità di vendere su Amazon, come su altri marketplace della rete non ultimo Facebook che da un po’ ha aperto a tale eventualità.
Un cambiamento culturale vista anche la nota idiosincrasia degli italiani per tutto ciò che va a rivoluzionare le abitudini, oltre che la loro proverbiale diffidenza quando si parla di pagamenti. Eppure negli ultimi anni la fascia di età di chi acquista in rete si è ampliata ed oggi comprende un pubblico che va dai 25 ai 55 anni (dati Casaleggio Associati), segno evidente che non sono solo i più giovani a fidarsi della rete. Per quanto riguarda i settori più caldi, è soprattutto il mondo del turismo a stuzzicare gli acquisti online degli utenti; seguono prodotti di informatica, elettronica, passatempo (libri, cd, dvd). Resta indietro per ora il comparto alimentare, per il quale l’abbinamento con la rete provoca ancora riluttanza tra i consumatori italiani.
In generale secondi i dati forniti dall’Osservatorio e-commerce B2c del Politecnico di Milano e Netcomm, nel 2017 per la prima volta il valore complessivo di acquisti riferiti a prodotti supera quello dei servizi. Solo buone notizie quindi per gli e-commerce?
Non secondo quanto riportato dal quotidiano economico ItaliaOggi in una intervista al presidente del Centro Economia Digitale: in quel contesto di è andati ad evidenziare il punto critico del meccanismo in Italia, ovvero la carenza di piattaforme digitali. Si parla qui sia di quantità che di qualità di quelle presenti in rete. Un deficit evidente rispetto agli altri paesi che, se risolto, potrebbe portare l’Italia ancora più in alto in materia di e-commerce.