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Sale ancora il prezzo del petrolio e gli Italiani ne fanno le spese


Il prezzo del petrolio non fa che aumentare e a farne le spese sono gli Italiani che proprio in questo periodo mettendosi in strada per le vacanze ne stanno anche consumando di più. I massimi fino ad oggi erano quelli di luglio 2015, ma anche questo 2018 sembra potrebbe fare brutti scherzi. I prezzi aumentano da Nord a Sud di un centesimo sia per il diesel che per la benzina.

Il prezzo della benzina in Italia oggi è fra i 1,615 e i 1,629 euro al litro nelle principali compagnie, scendendo a 1,592 nei rivenditori privati. Il prezzo del diesel è invece fra i 1,486 euro e i 1,509 euro al litro, arrivando a 1,466 per i benzinai “no logo”. Prezzi non da poco che spingono gli Italiani comunque a preferire il rifornimento self più economico, visto che il servito parte da 1,614 e 1,716 euro al litro rispettivamente per benzina e diesel. Sempre più conveniente il Gpl che costa fra i 0,63 e i 0,65 euro al litro.

Questi prezzi oggi preoccupano anche perché l’influenza non è solo sulle tasche delle famiglie italiane, ma anche su tutto quello che riguarda il costo dei trasporti e di produzione. Se salgono i prezzi del carburante salgono i prezzi dei prodotti, visto che nel sistema agro-alimentare italiano la maggior parte dei trasporti avviene via terra. Secondo una stima pare che un pasto standard percorra 2.000 chilometri prima di arrivare sulle mense d’Italia. Tutto questo si traduce con una riduzione del potere di acquisto della famiglia italiana media e questo preoccupa la Coldiretti e il Codacons.

Da cosa dipende il prezzo della benzina: i costi standard in Italia

Ci sono costi e importi su cui le tasse incidono fortemente in Italia e che si traducono con uno svantaggio sulle tasche dei cittadini. La vincita all’Enalotto qualche mese fa ha dimostrato che persino le vincite dei giochi sono tassate pesantemente, infatti, anche se si tratta di una percentuale bassa, su cifre importanti, come quella del jackpot, si è trattato di milioni di euro. Per i casino online aams il discorso è diverso perché dove è previsto un prelievo erariale a monte (sulle spalle della società di giochi) le imposte dovrebbero essere considerate già incluse.

Dal momento che le tasse sulle vincite nel nostro Paese sono inferiori negli altri casinò europei è partita la polemica: perché in Italia le tasse sono sempre più alte? Anche sul costo del carburante è la medesima cosa: l’Italia a causa delle tasse e delle accise è il terzo Stato in cui la benzina costa di più dopo Olanda e Danimarca.

Se per le vincite ai casinò già qualcosa si è mosso a opera di alcuni giudici Napoletani per uniformare il Bel Paese agli altri Stati Europei, per gli aumenti sulla benzina si stanno oggi aspettando i presunti provvedimenti di M5S e Lega che hanno promesso di ridurre/eliminare le accise che gravano sui cittadini. I costi alti, insomma, molte volte non dipendono dalle società e dal singolo operatore/benzinaio, ma dalle tasse statali.

Prezzi dei carburanti e questioni politiche

Se da una parte gli aumenti sulla benzina non sono colpa dei benzinai, dall’altra però non si può dire che sia sempre così. Il singolo operatore ha una libertà di aumentare/ridurre i costi del 7% che non dipende dalle tasse. Se è vero che i costi del carburante dipende dall’aumento del petrolio che a sua volta è influenzato dagli avvenimenti politici, come oggi la tensione fra USA e Iran, molte volte gli aumenti sono più rapidi del necessario e pesano sui portafogli dei consumatori.

Basta parlare di crisi in Oriente, infatti, che i costi lievitano anche se il petrolio in casa degli operatori è stato, tra l’altro, acquistato quando le quotazioni erano a prezzi inferiori. Per tutti questi motivi il Codacons ha richiamato all’attenzione i Nas affinché indaghino sui rincari dei benzinai.