Piedimonte Matese (di Nicola Iannitti) – Anche quest’anno, nel solco di una tradizione che inizia nel 1966 e prosegue fino ai giorni nostri, sabato 19 maggio nella sala Minerva dell’Associazione Storica del Medio Volturno, alle ore 18 , l’attesa presentazione dell’annuario 2017. L’evento è presentato dal Presidente dell’Associazione dr. Pasquale Simonelli; seguirà la relazione del prof. Carmine Pinto, Docente di Storia Contemporanea Università degli Studi di Salerno sul tema “I I Mezzogiorno nell’unificazione d’ Italia”. Subito dopo le conclusioni e la consegna dell’Annuario. Alcuni cenni sulla genesi dell’annuario tratti dall’interessante Portale dell’Associazione.
“Al momento della ricostituzione dell’Associazione Storica, si preferì l’annuario al periodico per garantire maggiore respiro nella ricerca di collaboratori e nella programmazione degli studi da pubblicare.Ciononostante, ma anche a causa delle rilevanti spese di stampa, gli annuari non sono usciti con la cadenza prevista in programma ma intervallati da due, tre e persino quattro anni e solo ultimamente si è riusciti, anche grazie all’approvazione dei progetti da parte della Regione Campania che ha erogato i fondi necessari, nella stampa annuale consecutiva di ben tre numeri”.
Dal 1966, essi vengono divisi in tre parti, oltre alla presentazione di cui, per l’annuario del 2017 così scrive il Presidente Pasquale Simonelli: “ Spesso nel presentare l’Annuario comunichiamo qualche sorpresa o iniziativa che interessa in modo particolare la nostra Associazione e ci riempie di piacere e gratificazione. Come molti già conoscono, o hanno notato entrando nella sede, è stata apposta una epigrafe sulla facciata di questa secentesca dimora, accanto a quelle che ricordano il grande tenore Enrico Caruso e il pittore Francesco De Benedictis, che commemora il nostro Presidente in eterno: Dante Marrocco.
Siamo riusciti, come è giusto e doveroso che fosse, ad intitolare un tratto della strada Via Sorgente al Suo nome, e, per questo atto, ringraziamo l’attuale amministrazione comunale di Piedimonte Matese e anche la precedente, nella persona di Attilio Costarella, che si era già attivata per la procedura. E’ superfluo ripetere e ricordare i meriti di questo grande storico che, con i suoi “ studi sul Meridione d’Italia”, come egli stesso dettò per la Sua lapide, rimane sempre un punto di riferimento per tutti gli studiosi di questo angolo d’Italia; basta leggere la bibliografia degli articoli o dei libri che vengono pubblicati in ogni parte d’Italia e non solo,per vedere citato sempre il Suo nome e le Sue pubblicazioni. Spesso sono articoli che riprendono quanto da Lui scritto , perché Dante Marrocco aveva un fiuto straordinario nella ricerca e capacità di raccogliere e trasmettere queste testimonianze per tramandarle, fedele al motto che caratterizza la nostra Associazione: “colligite ne pereant”. E’ stato un degno continuatore di G.F.Trutta .
L’Annuario che presentiamo è, ancora una volta, testimonianza di questo amore per la nostra terra, per i personaggi che l’hanno caratterizzata, per le opere che la rendono ricca di memorie e di cultura. Ogni articolo aggiunge sempre nuovi tasselli alla conoscenza di periodi storici che mai, anche nei momenti bui, sono stati avari e sterili di eventi e personalità che ne hanno esaltato e testimoniato la vitalità, sia nel lontano passato, che negli eventi più vicini a noi: vedi ad es. le notizie sul ventennio fascista che hanno portato a conoscere fatti e persone dei nostri Comuni che mai ci saremmo aspettato, e che ci danno conferma che le nostre aree, pur essendo periferiche alle grandi città, dove si decideva la Storia, non erano estranee ai grandi avvenimenti di politica sociale. Per queste ricerche diciamo sempre grazie a chi ci invia gli articoli, ci stimola, ci coinvolge, ci rende edotti di questo patrimonio che ci fa ancor di più sentire impegnati nella nostra opera di “raccoglitori”. Il messaggio è rivolto soprattutto ai giovani, che ignorano il nostro vasto patrimonio culturale e storico e guardano con disattenzione ai nostri paesi che spesso, purtroppo, non offrono possibilità di lavoro e spingono alla fuga, all’emigrazione, contribuendo ad impoverire la già ridotta carenza demografica, fino al rischio di spopolamento e con esso la scomparsa di civiltà e tradizioni. Ci vuole un atto di coraggio, per rimanere nell’alveo materno, con l’aiuto indispensabile delle istituzioni, e trovare stimoli a nuove iniziative in ogni campo lavorativo e contribuire alla rinascita di una terra bella e nobile. Ad maiora!