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MONDRAGONE – Stazione abbandonata, AMBC: “E’ possibile trasformarla in una risorsa sociale”

Mondragone – Le oltre 2000 stazioni ferroviarie rappresentano le tante “porte” dell’Italia, i tanti nodi di una capillare rete, attraverso la quale i viaggiatori (e le merci) entrano quotidianamente in contatto con le diverse realtà urbane. Le stazioni possono essere splendidi luoghi di incontri, di socialità e di sviluppo. Possono rappresentare uno straordinario biglietto da visita del territorio ed essere l’immagine vincente della realtà circostante. Ma possono essere anche la faccia dell’abbandono e dell’incuria e rappresentare la porta d’accesso verso il degrado. Possono essere degli infernali “non luoghi”, che marchiano negativamente tutto il contesto. Come nel caso della Stazione ferroviaria di Falciano – Mondragone – Carinola: una stazione impresenziata, priva di qualsiasi servizio, fortemente compromessa nel decoro, nella sicurezza e nella pulizia, con una strada d’accesso dissestata e quasi impercorribile, che costringe i viaggiatori a zigzagare tra voragini e cumuli d’immondizia, mentre un forte senso d’abbandono e smarrimento li assale. Una stazione che, oltre a non assicurare i più elementari servizi ai cittadini, dà di questo territorio un’immagine fortemente negativa (per non parlare del parcheggio, al momento incustodito, oppure degli orari dei treni o, ancora, del servizio pubblico di collegamento con i centri urbani). A quanti blaterano di crescita e sviluppo, di occupazione e ripresa, l’AMBC fa presente “con umiltà” che è anche (se non soprattutto) da questi siti e da questi servizi che occorre inevitabilmente ripartire. E lancia un appello ai tre sindaci, a Virgilio Pacifico, a Giovanni Erasmo Fava e ad Antonio Russo, affinché si lavori ad un Protocollo d’Intesa (chi fa cosa), ad un Accordo (ex art. 15 della legge 241/90 e succ. mod.) in grado di coinvolgere anche RFI e la regione Campania e rilanciare la suddetta stazione ferroviaria, affrancandola dai problemi e dai limiti attuali e facendola diventare una risorsa sociale. L’AMBC sottolinea che sono tanti i casi (oltre 450) di comodato d’uso gratuito di spazi di proprietà RFI non più funzionali all’esercizio ferroviario e concessi ad Enti locali o Enti no profit per progetti finalizzati ad offrire al territorio servizi di utilità sociale senza scopo di lucro. C’è bisogno di cooperazione istituzionale e di sinergia e di abbandonare, soprattutto, i “propri campanili” per cercare di lavorare insieme (per la stazione ferroviaria, come per tanti altri servizi ed opportunità) per la ripresa socio-economica del nostro territorio. L’AMBC, come sempre, resta a disposizione per ogni utile collaborazione, con la speranza che questo appello non cada nel vuoto.

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