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8 Marzo Festa della Donna; 8 Marzo Festa dell’Emancipazione femminile

Piedimonte Matese (di Laura Sarni) – 24 ore senza donne nel mondo del lavoro e a casa; sciopero di professioniste e casalinghe. Questo lo scenario che si potrebbe verificare se tutte aderissero. Sciopero dal lavoro e dalla cura della gestione della casa e della famiglia indetto dall’Associazione anti violenza #nonunadimeno.In Italia hanno già aderito le sigle sindacali COBAS, USB, FLC, e CGIL e questo significa che, oltre alle posizioni negli uffici privati, sono a rischio anche le lezioni nelle scuole per l’astensione di docenti e personale ATA.
È possibile scioperare perché esiste la copertura sindacale che tutela le lavoratrici del pubblico impiego e del privato. In programma in Italia tantissimi eventi.Come chiosano le associazioni:“Si sciopera contro l’immaginario mediatico misogino, sessista, razzista, che discrimina lesbiche, gay e trans e per costruire spazi politici e fisici transfemministi e antisessisti nei territori, in cui praticare resistenza e autogestione, spazi liberi dalle gerarchie di potere, dalla divisione sessuata del lavoro, e dalle molestie”.Da anni in questo giorno vengono ricordate tutte le battaglie che le donne hanno condotto in campo sociale, politico, economico e che certo non si possono dire completamente superate; un giorno per ricordare le violenza e la discriminazione che ancora oggi devono largamente sopportare.La Festa della Donna non deve avere la connotazione consumistica che le si vuole attribuire e di certo non serve una data qualsiasi per sentirsi donne.Deve essere una celebrazione: per le donne che con forza e coraggio riuscirono ad ottenere gli stessi diritti degli uomini, l’uguaglianza sul lavoro, la parità dei sessi.Oggi la parola “femminista”, tanto in voga negli anni ’60 e ’70, è ampiamente superata, perché non venga intesa come superiorità della donna rispetto all’uomo. Nel nostro mondo occidentale sono aperte alle donne tutte quelle carriere che erano appannaggio esclusivo degli uomini e di certo non ci si aspetta che resti a casa solo ad allevare i figli, ma le si chiede di essere madre, lavoratrice, compagna; é autonoma ma ancora subisce molestie e troppo spesso violenza e morte; il corpo della donna è ancora alla mercé di chi vuole utilizzarlo per vendere, promuovere o soltanto attirare l’attenzione, di specchietto per le allodole per il tempo necessario a far comprare.Non ci si può limitare al mazzolino di mimose ma sarebbe opportuno aprire momenti di discussione che coinvolgano le giovani generazioni anche su temi eticamente e moralmente molto delicati e attuali quali l’uso assolutamente improprio dell’utero in affitto: apice dello sfruttamento del corpo femminile e della sue potenzialità di procreare, in questo caso uniche perché solo il sesso femminile è in grado di mettere al mondo un altro essere umano.
Donne in condizioni economiche disagiate e soprattutto subalterne in campo culturale vengono sfruttate e illuse dalla promessa di soldi facili; a quale donna culturalmente emancipata verrebbe in mente  di tenere un bimbo in grembo per nove mesi e poi distaccarsene per dargli anche il nome di altri; quando una mamma rinuncia alla propria creatura lo fa sempre per necessità, né per scelta di libertà né per capriccio; persino donne con squilibri mentali non rinunciano mai a ciò che sanno essere una parte di loro.Vanno accettate gioie e dolori, acquisizioni e privazioni che la vita ci regala e ci impone ma soprattutto non è il denaro a governare il mondo e non dobbiamo permettergli di comprare il corpo e il cuore di una donna.

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